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Ragazza pakistana investita e uccisa, chiesta la scarcerazione del padre

Secondo il Legale di Riaz “non ci sarebbero né gravi indizi di colpevolezza né un pericolo di fuga”

ANCONA – Il difensore di Muhammad Riaz, il 43enne pakistano residente a Recanati (Macerata) accusato di violenza sessuale e  dell’omicidio preterintezionale della figlia Azka, 19 anni, e anche di maltrattamenti sugli altri tre figli, ha chiesto la scarcerazione dell’uomo al Tribunale del Riesame di Ancona. Secondo l’avvocato Francesco Giorgio Laganà «non ci sarebbero né gravi indizi di colpevolezza né un pericolo di fuga». La decisione e’ attesa nel giro di due giorni. Riaz non ha partecipato all’udienza perché trasferito da Ancona al carcere di Modena, in aula presente solo la difesa. Riaz respinge tutte gli addebiti. La linea difensiva sta cercando di convincere l’organo giudicante che le lesioni sul corpo della ragazza sarebbero compatibili con l’investimento. Il difensore ha chiesto una misura meno afflittiva per il suo assistito.

La vicenda

La sera del 27 febbraio a Trodica di Morrovalle (Macerata), la giovane Azka è stata investita da un’auto. Gli inquirenti hanno da subito pensato che non si trattasse di un banale sinistro stradale. Secondo la Procura, il presunto incidente nasconderebbe una serie di violenze sulla 19enne che avrebbe dovuto poi testimoniare contro il padre nel processo per le altre accuse. Il 20 febbraio il gip di Macerata Domenico Potetti ha convalidato il fermo del padre della giovane, perché ha ritenuto sussistenti il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Nel convincimento di Potetti è prevalsa la tesi che la 19enne al momento dell’incidente sia finita distesa sull’asfalto o perché stava fuggendo dal padre o perché sotto choc dopo essere stata picchiata. L’autopsia ha ravvisato traumi da schiacciamento e la frattura della mandibola.

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