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Quasi ultimati i lavori di abbattimento della tangenziale Est: e adesso?

Quasi terminati i lavori di abbattimento della tangenziale Est. Ora si pensa al futuro dell’area da riqualificare.

Dopo sette mesi dall’inizio dei lavori, l’abbattimento della tangenziale Est è quasi concluso. Cosa succederà alla zona una volta che i lavori saranno ultimati?

L’abbattimento della tangenziale

Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova è iniziata una specie di caccia alle streghe nelle varie città italiane. Quali sono quelle costruzioni che non sono sicure? La sindaca pentastellata Virginia Raggi si è subito buttata sulla tangenziale Est. Già nel 2000, la giunta guidata da Walter Veltroni aveva proposto di abbatterla e sostituirla con un tunnel sotterraneo. Il progetto all’epoca finì nel dimenticatoio. Questa volta però, la tangenziale è stata abbattuta sul serio. Il 23 luglio 2019, Raggi ha annunciato che il 5 agosto sarebbero iniziati i lavori di smantellamento. Sarebbero durati circa 450 giorni, per un costo pari a 7.6 milioni di euro. All’epoca Raggi aveva commentato: “L’abbattimento di questa rampa della Tangenziale era atteso da vent’anni. I cittadini hanno pressato le amministrazioni affinché effettuati i lavori della stazione si potesse procedere alla demolizione. Mai fino ad oggi le loro richieste sono state prese in considerazione, noi lo abbiamo fatto. È un momento storico, a breve non vedremo più questo ecomostro. È stato un lavoro di squadra. Abbiamo stanziato oltre 7 milioni di euro e oggi partono i lavori per l’abbattimento. Sarà riqualificata anche la parte sottostante perché questa sopraelevata negli anni ha portato ad episodi non compatibili con una vita tranquilla di cantiere.”

La fine dei lavori

Sette mesi dopo queste dichiarazioni rimane solo qualche pilone. Poi si passerà ai lavori nel piazzale Ovest. Come verrà riqualificata la zona? Già nella fase iniziale dei lavori si pensava di creare una nuova area verde. L’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese ha scritto su Facebook: “Il nostro progetto privilegia l’accesso ai pedoni. Le modifiche riducono la carrabilità del 30%, e aumentano la pedonalità del 300%, il massimo possibile rispetto alle norme vigenti sull’accessibilità, in termini di sicurezza, da garantire a stazioni ferroviarie così importanti. (…) Riequilibrare gli spazi in favore di pedoni e ciclisti è l’indirizzo dato agli Uffici in ogni intervento. Ma esistono anche delle norme oltre le quali gli Uffici non possono andare. A volte, come per un hub di mobilità come Tiburtina, servono per garantire la massima rapidità in caso di urgenza. Per questo nella nuova sistemazione dell’ambito è prevista una strada a due corsie per senso di marcia, ma non al centro del piazzale, e comunque con facoltà di destinare almeno una corsia a servizio del tpl.”

Pedonalizzare tutta l’area

Pietro Calabrese continua il suo lungo post precisando che: “Non è vero che “la tangenziale viene rifatta a terra”, anche perché già viaggia nella galleria esistente da anni. Il verde non diminuisce ma aumenta anche quello, come l’area pedonale non è un misero marciapiede perché ha una larghezza corrispondente alla Rambla di Barcellona. Per ora. Infatti, l’idea è di pedonalizzare tutta l’area fino al lato opposto, dove ci sarà l’attestamento del tram su cui abbiamo ottenuto il finanziamento dal MIT. L’appalto in corso non prevedeva anche quella parte, per cui l’abbiamo inserita nel nuovo piano di assetto di tutto l’ambito, da definire prima insieme a RFI, e poi da mandare in concorso di progettazione, per ottenere la massima qualità possibile. Lo abbiamo precisato alla cittadinanza anche all’ultima commissione sul tema.” Dunque, il progetto è espandere l’area pedonale, come era già stato annunciato prima dell’inizio dei lavori. Resta da capire la tempistica per il bando e in quanto tempo, effettivamente, verrà resa agibile l’area.

Le opposizioni

Nella parte finale del suo post, Calabresi dedica uno spazio anche a chi si era opposto al progetto: “Ovviamente c’è sempre qualcuno contrario, a prescindere, anche dopo tutte le spiegazioni. Parlo di alcune persone afferenti ad un comitato che ha presentato un altro progetto, senza un’adeguata pedonalizzazione del piazzale, e con una viabilità assolutamente fuori norma. Parere inevitabilmente contrario, già espresso dagli Uffici. Gli è stato ribadito all’ultima commissione, ma gli era stato già specificato anche alla precedente, di luglio scorso, quando la nostra risposta fu di convenire a una soluzione condivisa. Infatti in mezzo ci sono stati anche altri incontri, sia con gli assessori che con i consiglieri. Eppure dicono di non esser stati ascoltati. Alle opposizioni però non è parso vero. Non vi dico come è finita la commissione, conoscendoli potete immaginarlo, per loro abbiamo sempre tutte le colpe del mondo, figuriamoci se qualcuno dice di non esser stato ascoltato. Ancora una volta parliamo della nostra amministrazione che sta facendo quanto loro non hanno fatto per decenni, migliorando pure un progetto inqualificabile. Ma i colpevoli siamo noi.”

E il traffico?

Dopo uno status ricco di retorica, in cui si dicono tante cose e allo stesso tempo nulla, una domanda rimane. Come si gestirà il traffico? Le aree verdi in città, pensate per l’aggregazione dei cittadini sono un’idea magnifica che deve essere preservata. Tuttavia, qui si perde di vista l’aspetto pratico della questione. Come verrà gestito il traffico che prima passava per il tratto di tangenziale abbattuto? Bella domanda. Non è stato pensato un progetto alternativo per incanalare il traffico ed evitare che le stradi siano ulteriormente congestionate. In una città dove i mezzi sono problematici, forse, prima delle aree verdi e delle piste ciclabili, sarebbe utile trovare dei modi per gestire il traffico offrendo alternative pratiche ai cittadini. Come ad esempio dei mezzi funzionanti. Perché in una capitale dove i cittadini si spostano quasi esclusivamente in auto e ci sono solo tre linee di metro, c’è ancora tanta strada da fare. Essere più ecologici, in un’epoca dove il cambiamento climatico incalza, deve essere di primaria importanza. È tuttavia ingenuo pensare che i romani percorreranno lunghe distanze in bici o che si affideranno completamente a dei mezzi inefficienti.

A cura di B.P.

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