BCE: il QE andrà avanti fino a dicembre 2018
Il dollaro aveva salutato il rialzo della Fed mercoledì sera con uno strappo di una sessantina di punti-base subito rientrato; tuttavia, il giorno dopo, c’è stato il tonfo dell’euro; infatti, non appena la BCE ha annunciato che andrà avanti con il QE fino a dicembre 2018, anche se a ritmo ridotto a partire da settembre, i punti base in pochi secondi sono stati 100.
Così, è possibile che la moneta unica, nelle prossime sedute, vada a ritestare i minimi toccati a inizio maggio.
Il QE, cos’è
Ma cos’è il QE? Il QE o Quantitative Easing, è una “politica monetaria non convenzionale”; dunque, una delle due “misure di sostegno immediato” dell’Europa in risposta alla crisi economica. Il QE, nello specifico, è un programma attuato a partire dal 2015 secondo il quale l’Europa si impegna ad acquistare titoli di stato sul mercato secondario volto a far fronte alla deflazione nell’Eurozona; si ricorda che l’Eurozona è l’insieme dei paesi che hanno adottato l’Euro come valuta nazionale.
Inizialmente il QE prevedeva un acquisto di titoli pari a 60-80 miliardi di euro al mese, per un totale di 19 mensilità. Esse sono state prorogate, con qualche modifica, fino a dicembre 2018.
Giunge da Riga la notizia che l’investimento, da qui sino a settembre, sarà di 30 miliardi; da ottobre a dicembre, di 15 miliardi. Da gennaio 2019 ci sarà lo stop definitivo del Quantitative Easing.
Come previsto, e come riporta il Financia Lounge: “i proventi dei titoli di stato arrivati a maturazione verranno reinvestiti per nuovi acquisti
per tutto il tempo in cui sarà necessario mantenere favorevoli condizioni di liquidità e un elevato livello di accomodamento monetario.”
Nel frattempo, Mario Draghi difende giustamente l’Euro: “Non ha senso discutere l’esistenza di qualcosa di irreversibile”; è necessito che le discussioni, i chiarimenti e qualsiasi altra attività venga attuata all’interno di una cornice ben definita: la moneta unica.
Infine, aleggiava l’idea che la fine del QE fosse legata all’insediamento del governo Lega-5Stelle; dunque, che fosse quasi una ripicca. Ovviamente, non è così, infatti “a maggio anche altri paesi hanno subito una riduzione degli acquisti di titoli” (Mario Draghi).