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Processo estrazioni in Basilicata, ammesso il memoriale di Griffa

Nel processo sono imputate 47 persone e dieci società, tra cui l’Eni

POTENZA – Il Tribunale di Potenza, nel corso dell’udienza del processo sulle estrazioni in Basilicata, ha ammesso con riserva il fascicolo riguardante il memoriale lasciato da Gianluca Griffa, ingegnere ed ex responsabile del centro oli di Viggiano (PT) dell’Eni, morto suicida ad agosto del 2013 in un bosco di Montà d’Alba (Cuneo). I pm Francesco Basentini e Laura Triassi hanno appreso la vicenda nel corso delle indagini sulle attività estrattive, ricevendo lo scorso novembre il fascicolo dalla Procura di Alba, in cui e’ contenuto un memoriale, decine di file word e atti in cui l’ingegnere avrebbe parlato delle perdite di greggio nel centro oli e di altre anomalie già nel 2012, cioè quattro anni prima dell’inchiesta lucana del 2016. Gli avvocati dell’Eni si sono opposti all’acquisizione del fascicolo, e in particolare degli atti che avrebbero potuto essere alterati o modificati (come i files word). Il giudice ha quindi disposto l’ammissione, riservandosi di decidere in seguito sugli atti presentati in udienza. Nel processo – che proseguirà il 20 giugno – sono imputate 47 persone e dieci società, tra cui l’Eni.

Il memoriale autografo

Gianluca Griffa scomparve il 26 luglio 2013, all’età di 38 anni: la sua auto fu ritrovata il giorno dopo. L’ingegnere venne trovato morto all’inizio di agosto. L’uomo si tolse la vita – secondo quanto accertato dalle indagini dei carabinieri – per motivi personali, legati ad una forte depressione. Nel memoriale, lasciato in casa, Griffa descrisse con preoccupazione le modalità di gestione del trattamento del petrolio e i problemi presenti in due dei quattro serbatoi del centro oli, capace di «lavorare» oltre 70 mila tonnellate di greggio al giorno. In particolare, Griffa aveva individuato alcune piccole perdite nel fondo dei serbatoi

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