ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Pordenone, rissa aggravata tra giovanissimi, cinque indagati

Tre minorenni e due giovani maggiorenni sono indagati per rissa aggravata dopo che si erano scontrati di fronte a un supermercato, anche con cocci di bottiglia.

Il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale “Squadra Volante” e della Squadra Mobile della Questura di Pordenone, in ordine ai fatti accaduti nella serata di martedì 25 febbraio in corso Garibaldi, hanno deferito in stato di libertà per rissa aggravata cinque giovani, di cui tre minorenni di 15, 16 e 17 anni e due 19enni; segnalandoli rispettivamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone.

Gli agenti hanno nell’immediatezza contestualizzato l’accaduto, verificando come il gruppo composto da tre minorenni ed un maggiorenne, recatosi al parcheggio del Supermercato “PAM”, incrociava un altro ragazzo 19enne,  incontro dal quale si scatenava un lite verbale per futili motivi, riconducibile a una pregressa conoscenza degli stessi, che poco dopo sfociava alle vie di fatto, con scambio di pugni  e l’utilizzo di un coccio di bottiglia, rissa a seguito della quale uno dei partecipanti riportava un lieve taglio, che veniva medicato presso il locale pronto soccorso,  giudicato guaribile in cinque giorni. I contendenti, quindi si dileguavano, alcuni lungo corso Garibaldi ed altri in direzione di largo San Giorgio.

Condotti presso gli uffici della Questura si riscontava come i giovanissimi, risultassero tutti gravati a vario titolo per reati contro il patrimonio e la persona, venendo quindi sottoposti a rilievi fotodattiloscopici e procedendo così ad indagarli in stato di libertà per il reato di rissa aggravata. Nella ricostruzione della vicenda è stata riscontrata la presenza anche di una ragazzina neomaggiorenne  che si accompagnava ad uno dei giovani. Tutti gli indagati risultano essere domiciliati o residenti nella Provincia di Pordenone.

Facebook