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Ponte Morandi, Sabrina Benetton: “Mio padre segnato dalla tragedia di Genova”. Proseguono gli interrogatori

Sabrina Benetton: “Mio padre fino agli ultimi giorni della sua vita si è preoccupato della ricerca della verità e del supporto alle famiglie colpite”

Nel giorno in cui dal pm è stato sentito per tre ore Mario Bergamo, ex direttore delle manutenzioni di Autostrade, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul crollo di ponte Morandi, il Corriere della Sera ha pubblicato la lettera scritta da Sabrina Benetton, figlia di Gilberto, scomparso la scorsa settimana.

“Il dramma del ponte di Genova è stata una tragedia che ha segnato mio padre Gilberto nel profondo. Non ci hanno spaventato, e non avevano spaventato lui, gli attacchi talvolta violenti e brutali, anche personali”.

“Lui ha affrontato la tragedia e ogni conseguenza, restando se stesso, con quell’essere schivo e discreto che era proprio della sua natura”, ha scritto, ringraziando quanti hanno manifestato in questi giorni affetto e vicinanza alla sua famiglia.

Sabrina entrerà nel Cda di Edizione, la holding del gruppo Benetton, al posto del padre.

“Ringrazio – si legge ancora – tutti coloro che hanno voluto manifestare in questi giorni il loro affetto, la loro stima e la loro vicinanza a noi e, soprattutto, alla memoria di mio padre Gilberto. La gente di Treviso, innanzitutto, la città in cui ha sempre vissuto e che più ha amato, e tutte le persone comuni che hanno scelto di onorare mio padre con la loro presenza”. “Ringrazio le istituzioni – prosegue – e quegli esponenti della politica veneta che hanno voluto essere al nostro fianco nel giorno del dolore; le importanti personalità del mondo della finanza, dell’economia e delle imprese italiane, e internazionali, e poi gli sportivi, gli amici, la famiglia: tutti uniti in un commosso ricordo dell’uomo e dell’imprenditore”.

“Ricordo – conclude – le parole del suo ultimo intervento pubblico, la sua ultima intervista, in cui riaffermava il valore del silenzio come segno di rispetto: forse un segno anacronistico in questi tempi gridati, certamente incompreso e frainteso. Ma profondamente vero. E fino agli ultimi giorni della sua vita, si è preoccupato della ricerca della verità e del supporto alle famiglie colpite”.

Intanto, come detto, proseguono gli interrogatori. Oggi è toccato appunto all’ex direttore delle manutenzioni di Autostrade Mario Bergamo.

«Nel 2015 ricevemmo dei dati sullo stato del viadotto che ci fecero avviare il progetto di retrofitting nello stesso anno. Andai via da Autostrade nel 2016, non so perché si bloccò. Non ho avuto occasione di confrontarmi con i colleghi», ha dichiarato Bergamo, rispondnedo alle domande del pm per quasi tre ore. «Non erano dati allarmanti, ma segnalavano anomalie – ha detto – tali da avviare l’iter del progetto».

Fitto il calendario degli interrogatori dei prossimi giorni: mercoledì, in particolare, toccherà all’attuale direttore delle Manutenzioni di Aspi, Michele Donferri Mitelli, mentre il 23 novembre in Procura è atteso l’a.d. di Aspi e di Atlantia, Giovanni Castellucci.

A cura di Giovanni Cioffi

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