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Ponte Morandi, depositato progetto esecutivo

 

Nel giorno in cui è stato depositato in Città Metropolitana il progetto esecutivo del nuovo viadotto sul Polcevera (firmato lo scorso 8 aprile), nel cantiere per la demolizione del ponte Morandi si lavora per portare a termine la demolizione della pila 5, la prima a venire demolita lato ovest dopo il calo delle travi tampone.

Il taglio della sommità è iniziato domenica sera, con un po’ di ritardo rispetto a quanto previsto a causa del forte vento che ha spazzato la città: le operazioni sono andate avanti per gran parte della nottata e proseguono anche in mattinata, con l’obiettivo di iniziare a far scendere le parti sezionate nel pomeriggio.

La stima fatta dal sindaco-commissario Marco Bucci sullo smontaggio meccanico (preferito a quello con l’esplosivo dopo il ritrovamento di particelle di amianto naturale nella struttura) è di circa 3 giorni di lavoro per ogni singola pila. Le raffiche, però, potrebbero ulteriormente rallentare le operazioni, e ancora non sono chiari i tempi, anche se il team dei demolitori ha intenzione di lavorare senza soluzione di continuità per completare il prima possibile la demolizione, che avverrà movimentati prima la trave più vicina alle mega gru, per procedere poi con quella lato nord e, infine, quella centrale.

Le parti sezionate dei pilastri verranno imbragate e calate con le gru dopo avere tagliato la pila in obliquo a due terzi di altezza, in modo da consentire la rotazione verso l’esterno e rendere quindi possibile la movimentazione. Lo stesso modus operandi verrà osservato per tutte le pile del lato ovest.

Sempre sul lato ovest, inoltre, dovrebbero partire i lavori per la palificazione della pila 6 del nuovo ponte, per cui è stato presentato un ulteriore singolo progetto in Città Metropolitana firmato dal contraente – la joint venture Per Genova – e dal progettista Italferr in cui per ogni pila e spalla vengono indicati gli scarichi e le curve di portanza per carichi verticali con l’indicazione delle lunghezze dei pali. Tra i materiali usati, come previsto, vengono indicati l’acciaio per l’armatura delle strutture in cemento armato e il calcestruzzo per i pali e le fondamenta.

Proprio ai margini dell’area di cantiere, domenica si è nuovamente tenuta una cerimonia per ricordare le 43 vittime del tragico crollo del 14 agosto 2018: una ricorrenza che soprattutto per gli sfollati della zona rossa è diventata una costante, un modo per onorare la memoria di chi non c’è più e anche per tentare di esorcizzare quanto accaduto 8 mesi fa.

Per loro, l’attesa adesso è tutta per il quarto e ultimo rientro nelle case: se quanto annunciato dal sindaco-commissario Bucci si rivelerà corretto, per Pasqua via Fillak verrà riaperta, segno che le sei torri d’acciaio a puntello della pila 10 dovrebbero essere state installate e l’area messa in sicurezza a sufficienza per consentire i rientri. In settimana, dunque, dovrebbero arrivare indicazioni più precise non solo sull’inizio dei lavori di ricostruzione, ma anche sulla riapertura di via Fillak e sul giorno in cui gli sfollati potranno fare ritorno per l’ultima volta nelle loro ormai ex case, tutte acquisite attraverso la struttura commissariale per essere poi demolite.

 

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