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“Persona”, per non far sentire i malati come semplici numeri

Presso l’ospedale di Foligno i pazienti in attesa non saranno identificati con dei numeri, ma con dei simboli. È il progetto “Persona”.

Le esperienze in ospedale non sono mai piacevoli. In un luogo dove incontri sofferenza e fragilità in ogni angolo, anche dei piccoli accorgimenti possono fare la differenza nel rendere la permanenza in ospedale un po’ più sopportabile. La semplice ma amabile idea dell’Associazione “Donne insieme” è di sostituire i numeri con dei simboli, delle immagini, delle figure. Può sembrare una cosa inutile, ma occorre forse mettersi nei panni delle persone che nel loro processo per affrontare la malattia si sentono sempre chiamare con un numero che li posiziona all’interna di una lista d’attesa.

Ogni anno in Italia a 250mila nuove persone viene diagnosticata una malattia neoplastica. Dal momento della diagnosi comincia una serie estenuante di visite, controlli, analisi, necessari per un’adeguata cura della malattia. Spesso un paziente passa anche diverse ore in una sala d’attesa attendendo il suo turno, aspettando che qualcuno chiami il suo numero. Talvolta essere indicati semplicemente con delle cifre può risultare degradante e avvilente. Da questa consapevolezza nasce il progetto “Persona”, dall’idea dell’Associazione “Donne Insieme” per il day hospital del reparto di oncoematologia dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno (Perugia). Nel reparto, in cui operano sei medici, di cui quattro oncologi e due ematologi, i numeri saranno sostituiti dalle figure. Ad ogni paziente sarà assegnato un fiore, un pesce, una pianta, una spezia, un colore o una pietra preziosa, con il quale verrà chiamato dal personale sanitario. Un’idea di facile applicazione, che può strappare un sorriso e rendere più umana un’esperienza spesso alienante.

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