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Parte da Genova il ricorso contro obbligo vaccinale per sanitari

 

 

 

Un ricorso sottoscritto da un centinaio di professionisti della sanità pubblica che hanno ricevuto una lettera dalle Asl con la quale si invita medici, farmacisti, infermieri a comunicare l’avvenuta inoculazione del vaccino. “Ricorso, non una causa – specifica l’avvocato Daniele Granara, docente di diritto costituzionale a Genova e Urbino -, anzi dirò meglio: battaglia di civiltà.

Sollevare il dubbio di costituzionalità in merito è una battaglia civile”.
“Noi impugniamo un obbligo che non può essere tale – spiega Granara – perché un trattamento sanitario obbligatorio è possibile solo se ha i requisiti di efficacia e sicurezza. E il vaccino non ha né l’uno né l’altro. E’ un antidoto che non viene considerato sicuro né efficace”. Ma “partiamo dalla lettera che è stata inviata dalle Asl ai professionisti della sanità, e non solo quelli pubblici ma anche a quelli privati. In quella lettera ci sono tre pagine di esenzione dalle responsabilità e nessun cenno alle indennità per eventuali danni, che invece è obbligatoria. Quindi già a partire dalle lettere c’è qualcosa che non va”.
“Noi chiediamo il rispetto per la cura, per la sensibilità di ciascuno e per la libertà di scelta – ha detto Granara -. E’ bene che si sappia che nonostante ci sia questo pensiero unico, anche mediatico, c’è gente che dissente e che ha il diritto di farlo.  L’Italia è l’unico Paese che ha un obbligo vaccinale che non esiste in altri Paesi europe. Quindi andremo avanti, il ricorso è firmato da centinaia di operatori della sanità di Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia e aumentano ogni giorno. Lo depositeremo entro il 7 giugno”

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