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Palermo, presunto scafista picchiato in carcere. Nuova tragedia nel Mar Egeo

Il giovane si trova in carcere con l’accusa di essere uno scafista libici

PALERMO – Un giovane italo tunisino è stato pestato in carcere da cinque detenuti il giorno di Pasquetta in uno dei cortili del Pagliarelli. La notizia è stata diffusa solo alcune ore fa. Le telecamere hanno ripreso l’aggressione, e ora le immagini sono al vaglio del sostituto procuratore Gaspare Spedale e dell’aggiunto Ennio Petrigni.

Il giovane, che ha riportato gravi ferite su tutto il corpo, si trova in carcere con l’accusa di essere stato uno degli scafisti alla guida di uno dei gommoni veloci partiti dalla Libia e diretti nelle coste siciliane. La Procura e gli agenti della polizia penitenziaria hanno avviato le indagini per chiarire il motivo della spedizione punitiva.

Una nuova tragedia

È sempre di oggi la notizia secondo cui nove migranti clandestini – quattro donne e cinque bambini – sono stati trovati morti in seguito al naufragio del loro barcone al largo della costa della Turchia mentre stavano cercando di raggiungere la Grecia. Lo riferisce la guarda costiera turca. L’imbarcazione è colata a picco a 2,4 miglia marina da Balikesir, nell’ovest della Turchia. Non sono state fornite informazioni sulla nazionalità delle vittime. I nove corpi sono stati ripescati e altri cinque naufraghi sono stati soccorsi, sempre a detta della guardia costiera. Complessivamente, il barcone – che si dirigeva verso l’isola di Lesbo – trasportava 17 migranti e uno scafista. Tre sono i dispersi. La Turchia, che attualmente sta accogliendo 4 milioni tra migranti e profughi, è un importante Paese di transito per coloro che decidono di fuggire dai conflitti in Medio Oriente

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