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Ordigno bellico in esploso a Montecchio (PU): lo disinnerscheranno gli artificieri di Castel Maggiore (Bologna)

L’ordigno è una bomba d’aereo MK IV da 250 libre (104 kg, di cui 31 kg di esplosivo ad alto potenziale)

Il 2018 sembra essere la stagione degli ordigni bellici in Italia, dopo i numerosi casi nelle Marche degli scorsi mesi, oggi è il turno di Montecchio, frazione del Comune di Vallefoglia, provincia di Pesaro Urbino, dove è stato trovato un ordigno bellico di fabbricazione britannica risalente al secondo Conflitto Mondiale.

Ad occuparsi del disinnesco, che avverrà domenica prossima, gli artificieri dell’Esercito del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bologna). L’ordigno, una bomba d’aereo MK IV da 250 libre (104 kg, di cui 31 kg di esplosivo ad alto potenziale), è già stato messo in sicurezza dai militari dell’Esercito intervenuti, a partire dallo scorso 2 luglio, per circoscrivere l’area di sgombero. La delicata operazione di disinnesco, condotta sul campo da un team di artificieri specialisti che hanno più volte condotto analoghe attività in Italia e all’estero, consisterà nella rimozione delle due spolette dall’ordigno e, successivamente, nel trasporto della bomba presso una cava nel comune di Montelabbate (PU) dove si procederà al relativo brillamento.

Sin dalle prime ore di domenica si procederà con l’evacuazione di circa 12.000 abitanti nel raggio di 1568 m dal luogo di rinvenimento del manufatto esplosivo.

Gli specialisti del Reggimento Genio Ferrovieri, anche questa volta coordinati dal Comando Forze Operative Nord di Padova, intervengono quotidianamente nella propria area di competenza, per disinnescare ordigni bellici rinvenuti occasionalmente. Dall’inizio dello scorso anno, oltre 4000 gli ordigni residuati bellici sono stati fatti brillare dal personale del Reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore (BO). Ed è proprio grazie alla capacità ”dual-use” dei Reparti dell’Arma del Genio, che l’Esercito Italiano è in grado di operare con tempestività, oltre che nell’ambito delle numerose missioni internazionali, anche sul territorio nazionale a supporto delle comunità locali in interventi di pubblica utilità, come nel caso delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna (Parma), il Piemonte (Alessandria) e la Liguria (Genova), o durante il sisma in Emilia, a L’Aquila e nel centro Italia.

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