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Orche di Genova forse malate, interviene il Ministero dell’Ambiente

 

Le orche di Genova sono «in chiara difficoltà», «molto probabilmente malate»: a dirlo è il Ministero dell’Ambiente, che in una nota ha comunicato di essere impegnato insieme con Guardia Costiera e Capitaneria di Porto a monitorare il pod e a creare un ambiente protetto per il gruppo.

«Si invita chiunque dovesse avvistare, in mare o sulla spiaggia, eventuali carcasse di animali – è l’avviso della Capitaneria – a non avvicinarsi, per evitare eventuali rischi per la salute umana, e contattare immediatamente la Guardia Costiera al numero blu “1530”».

La famiglia di cetacei, composta ormai dai soli quattro adulti – mamma orca, due femmine e un giovane maschio, stando alle rilevazioni – dopo la morte del piccolo, non danno segni di voler abbandonare il fazzoletto di mare in cui nuotano ormai da quasi due settimane. L’ipotesi, a questo punto, è che uno o più esemplari siano malati, e che le altre orche, animali con un fortissimo senso di comunità e protezione, non vogliano abbandonarlo.

Il giovane maschio, in particolare, appare denutrito, anche osservando la pinna dorsale che sembra avere perso tonicità. Non è escluso che dipenda dalla sotto alimentazione – le orche mangiano circa 50 kg di pesce al giorno, impossibili da reperire nella zona in cui si trovano ora – ma è altrettanto probabile che possa avere contratto qualche malattia, e che il gruppo stia stazionando in rada per dargli il tempo di rimettersi in forze.

«Il tipo di intervento possibile su individui in chiara difficoltà e probabilmente malati è soggetto a una serie di restrizioni – chiarisce il Ministero – è infatti assolutamente sconsigliata qualsiasi tipo di interazione, perché potenzialmente affetti da patologie trasmissibili».

La Capitaneria di Porto di Genova, prosegue il Ministero, ha emanato un’ordinanza per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza dei cetacei, vietando in una “zona di precauzione” (area prospiciente l’ingresso al bacino portuale di Prà) sia la navigazione che qualsiasi attività subacquea. Questa ordinanza è in linea con le politiche di protezione dei cetacei approvate dalle Parti Contraenti di ACCOBAMS (Accordo per la Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, Mar Mediterraneo e Atlantico contiguo).

In mare per il monitoraggio restano anche volontari ed esperti di Acquario di Genova, Whalewatching Genova e Consorzio Liguria Via mare, insieme con l’Ispra. Venerdì mattina i primi monitoraggi non avevano riscontrato la presenza delle orche in acqua, ma è possibile che siano uscite per cacciare e che ritornino in rada in giornata, come già fatto nei giorni scorsi. Ancora nessuna traccia, invece, del corpo del piccolo, abbandonato dalla mamma dopo giorni di strazio in cui lo ha portato, ormai morto, con sé.

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