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Ora si cerca un bel nome civico per la sfida ligure della nuova alleanza

 

La questione politica piu’ interessante delle prossime settimane riguarda la possibile anzi, probabile, nuova alleanza (o contratto o patto) tra Pd e Cinquestelle alle prossime importantissime elezioni regionali liguri del marzo 2020.

Da parte del Pd dopo le dichiarazioni aperturiste di Andrea Orlando sono seguite quelle analoghe di Roberta Pinotti e Raffaella Paita, cioe’ le punte forti del partito di Zingaretti nella nostra regione.

Ne aveva scritto prima di tutti, suscitando anche una risposta dai Cinquestelle, l’editore di Primocanale, Maurizio Rossi. Il 27 agosto scorso.

Tutto questo mentre il centrodestra a traino leghista, con o senza Berlusconi sta attraversando un momento rischioso dal punto di vista dei consensi, crisi per Forza Italia ancora piu’ sensibile in Liguria, dove il secessionista Toti, ha probabilita’ di raccogliere ottimi risultati personali.

Per questo se Pd e Cinquestelle, con la spinta nazionale, superando i pesanti scambi di colpi verbali locali, riuscissero a trovare un bel nome civico che li metta d’accordo, avrebbero buone chances di successo nella prospettiva, fino a un mese fa assai ardua, di riprendersi il governo della regione.

Un nome civico perche’, francamente mi sembra non facile l’accordo su un nome piu’ politico. Un nome civico potrebbe unire e convincere anche un elettorato che fino a oggi e’ parso piu’ orientato a destra.

Ma la presenza di un nuovo governo, magari molto attento ai guai della Liguria che sono “guai nazionali” legati ai temi del lavoro e delle infrastrutture, sarebbe un ottimo viatico.

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