Matteo Cagnoni è stato dichiarato colpevole del femminicidio e condannato all’ergastolo
RAVENNA – Torna a parlare dal carcere di Ravenna Matteo Cagnoni, dermatologo 53enne condannato il 22 giugno scorso all’ergastolo dalla Corte d’Assise ravennate per l’omicidio della moglie, la 39enne Giulia Ballestri, uccisa a bastonate il 16 settembre 2016 a Ravenna. Questa volta al centro delle sue dichiarazioni non c’è l’esito del processo ma il destino dei suoi figli. Cagnoni ha infatti chiesto al giudice tutelare di potere trasferire tutto il suo ingente patrimonio immobiliare ai tre figli minorenni.
Il dermatologo, secondo quanto scrive anche il Resto del Carlino, si impegnerebbe a mantenere gli immobili, imposte comprese, per non farli poi pesare sui tre minori rischiando di vanificare il suo intento: assicurare il mantenimento dei figli. Del patrimonio in questione fanno parte diverse ville e residenze, compresa quella in cui la famiglia ha vissuto fino alla morte di Giulia Ballestri. Nell’elenco non figura invece la villa che fu scena del crimine, in quanto non di proprietà del 53enne. Alcuni degli immobili risultano tutt’ora sotto sequestro probatorio scattato dopo il ritrovamento del cadavere della donna.
L’omicidio
Matteo Cagnoni è accusato del brutale omicidio della moglie Giulia Ballestri avvenuto il 16 settembre 2016 nella villa paterna di via Padre Genocchi. Secondo il dispositivo della Corte, il 53enne avrebbe ucciso la donna con la quale aveva avuto tre figli e dalla quale si stava separando, recatasi nella villa abbandonata insieme al marito con la scusa di voler fotografare dei quadri da vendere a un commerciante d’arte. L’uomo avrebbe poi aggredito la moglie dapprima con un tronco, poi sbattendole violentemente il viso contro uno spigolo del muro, per poi abbandonarla dopo una mattanza che secondo i medici sarebbe durata circa 40 minuti. La donna sarebbe infine morta soffocata nel suo stesso sangue dopo una lunga agonia.
Per i giudici la donna è stata uccisa per rancori legati all’imminente separazione.
Cagnoni, fermato il 19 dicembre del 2016 dalla polizia nei pressi della villa paterna di Firenze, da allora si trova in carcere. Il 23 novembre scorso da quello della Dozza (Bologna) è tornato nel carcere di Ravenna innescando polemiche in città. Il 22 giugno i giudici lo hanno condannato all’ergastolo, più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e sospensione della patria potestà per tutta la durata della pena. Matteo Cagnoni era stato condannato anche al risarcimento dei danni di tutte le parti civili: 4.150.000 euro ai figli e ai familiari di Giulia e poi i danni richiesti dalle altre parti civili (Comune di Ravenna, Linea Rosa, Udi, Associazione dalla parte dei minori). Si attendono ancora le motivazioni. L’imputato si e’ sempre detto innocente. I suoi avvocati stanno preparando il giudizio d’appello.