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Omicidio attivista gay, 36enne condannato all’ergastolo

Il 36enne Ciro Guarente è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’attivista gay Vincenzo Ruggiero, morto ad Aversa (Caserta), nel luglio del 2017.

L’attivista gay Vincenzo Ruggiero è stato ucciso a colpi di pistola nel luglio del 2017 ad Aversa, comune in provincia di Caserta. L’imputato con l’accusa di omicidio, il 36enne Ciro Guarente, è stato condannato all’ergastolo dal giudice del tribunale di Napoli Nord Fabrizio Finamore. Secondo le ricostruzioni, Guarente aveva ammazzato l’attivista a colpi di pistola, e poi aveva tentato di occultare il cadavere in un garage dopo averlo fatto a pezzi. Il movente, secondo quanto sostenuto dall’imputato, era passionale. Guarente era infatti geloso che la sua fidanzata, la trans Heven Grimaldi, fosse in quel periodo convivente di Ruggiero. Nella mente dell’assassino erano nati dei sospetti che tra i due coinquilini ci fosse del tenero.

L’episodio è stato affrontato in aula con rito abbreviato, e nella mattina di mercoledì 26 settembre si è svolta la requisitoria del processo, durante la quale il sostituto della Procura di Napoli Nord Vittoria Petronella ha richiesto che all’imputato fosse inflitto il massimo della pena. L’accusato era infatti reo confesso, e aveva confermato che la sera del 7 luglio 2017 si era recato a casa di Aversa dell’attivista omosessuale Vincenzo Ruggiero e l’aveva freddato con una pistola. In seguito lo aveva cosparso di acido muriatico e cemento, e aveva nascosto le parti del corpo in un autolavaggio sito nel quartiere napoletano di Ponticelli.

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