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Olimpiadi 2026: Torino lavora alla proposta

Adesso che Torino è stata ufficialmente inclusa nella rosa delle città candidate alle Olimpiadi 2026, ha deciso di impagnarsi al massimo.

Da oggi al 3 ottobre, sarà una corsa continua per dimostrare che Torino è la città ideale. Altro che Milano e Cortina, le altre due candidate italiane.

Per questo motivo: «Entro l’estate prepareremo il nostro dossier», assicura l’assessore allo Sport di Torino Roberto Finardi, ex atleta e preparatore di livello internazionale. È lui che per conto del sindaco Chiara Appendino si sta occupando del nome di Torino degli ambienti sportivi.

I tempi però sono molto stretti. Per questo motivo, è impoertante agire quanto prima. Nelle prossime settimane, il Comune scriverà lo statuto dell’associazione Torino 2026. Al suo interno saranno presenti esperti di sport, organizzatori di eventi, esperti di urbanistica ed ambiente.

Lo scopo di Torino 2026 è redigere un dossier che spiegherà perché Torino è una candidata migliore di Milano per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.

«Il nostro orizzonte resta lo stesso: replicare il modello di successo del 2006», conferma Maurizio Beria, sindaco di Sauze di Cesana, uno dei rappresentanti più autorevoli degli amministratori piemontesi. «Non abbiamo intenzione di fare la stampella di Milano».

Torino vuole vincere a tutti i costi. Per ottenere il suo obiettivo vuole puntare su una carta alquanto semplice e basilare. I requisiti previsti dal Cio. Già, perché nonstante il Coni sembri più aperto alle ragioni di Milano, Torino soddisfa molto di più le caratteristiche richieste dal bando.

La tattica di Torino, molto probabilmente, sarà tentare un dialogo diretto con il Coni. Oltre al fronte esterno però, dovra lavorare anche sul fornte interno. Il consistente No alle Olimpiadi non ne vuole sapere di tacere.

«Nessuna ipotesi di candidatura può essere presa in considerazione senza un immediato ricambio ai vertici del Coni», dice Damiano Carretto.

Viviana Ferrero commenta: «I debiti sono una forma di economia davvero poco sabauda».

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