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Occidente manda missili su Damasco, la comunità internazionale in subbuglio

Raid contro la Siria, l’America è pronta a ripetere se Assad tornerà ad usare il gas. Papa Francesco prega per la pace, mentre Italia e Germania temono l’escalation.

Trump aveva detto che l’attacco sulla Siria sarebbe arrivato, ma che poteva volerci tempo. Invece, i missili sono partiti venerdì sera. Sarebbero più di un centinaio i razzi sparati nella notte, fino a colpire la Siria poco prima che a Damasco sorgesse l’alba. Dopo l’attacco Trump ha detto che era importante mantenere l’effetto sorpresa, quindi comunicare che il raid poteva aspettare era volutamente fuorviante.

L’azione congiunta è stata portata avanti dagli Stati Uniti di Trump, insieme alla Gran Bretagna di Theresa May e la Francia di Emmanuel Macron. L’offensiva contro il regime di Assad è arrivata come risposta all’utilizzo di armi chimiche da parte del governo siriano contro la città di Douma, lo scorso 7 aprile. I missili sono partiti da alcune navi posizionate nel Mar Rosso e hanno toccato tre punti strategici scelti dal Pentagono e dagli alleati. Il raid è durato circa un’ora.

Colpire il programma di armi chimiche di Damasco: “Missione Compiuta”

È stata definita un’azione “limitata e proporzionata”, che voleva colpire i punti nevralgici del programma di armi chimiche di Assad. Presentare l’offensiva come “proporzionata” è significativo, perché il diritto internazionale impone che le operazioni punitive siano proporzionate al torto commesso. Gli obiettivi militari colpiti dai missili sono tre: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest di Homs e un posto di comando vicino al sito di Homs.

“L’attacco di stanotte ha azzoppato il programma di armi chimiche di Damasco, lo ha riportato indietro di anni e ha quindi indebolito la possibilità di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad”, hanno comunicato i vertici del Pentagono. “Missione compiuta!”, ha scritto il Presidente Trump su Twitter. Sembra dunque che l’obiettivo di indebolire il programma di arsenale chimico del regime siriano sia stato raggiunto. Forse sarebbero bastati anche meno missili: infatti, pare che i sistemi di difesa di Damasco abbiamo intercettato 65 degli oltre 100 missili lanciati, abbattendoli in volo.

Le reazioni di Mosca: l’attacco è stato un “atto di aggressione”

Nonostante il raid abbia danneggiato le strutture del governo, gli alleati hanno ribadito che l’obiettivo principale in Siria resta quello di sconfiggere l’Isis. L’attacco di venerdì sera sarebbe quindi un “one-time shot”, un’azione unica, per dirlo con le parole di James Mattis, Segretario della difesa degli Stati Uniti d’America. Non si esclude, però, la possibilità che una circostanza simile possa ripetersi. Se Damasco tornerà a utilizzare il gas a scopi bellici “gli Stati Uniti hanno il colpo in canna e sono pronti a sparare”, ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Mosca, invece, definisce l’operazione un “atto di aggressione” che viola il diritto internazionale. Putin ha preteso una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per proporre una risoluzione di condanna all’offensiva degli alleati. Tuttavia, per bocciare una mozione al Consiglio di Sicurezza è sufficiente che uno dei “5 grandi” con diritto di veto sia contrario. Se si pensa che tre dei cinque grandi sono Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, la bocciatura della mozione di condanna del raid non sorprende. Sono stati solo tre i voti favorevoli a ufficializzare “l’atto di aggressione”, mentre l’adozione ne avrebbe richiesti nove.

Le dichiarazioni da Francia e Gran Bretagna dopo l’offensiva

La BBC ha intervistato il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson sulla missione punitiva contro Assad. Johnson non esclude la possibilità che possano esserci delle ritorsioni da parte del governo siriano, ma assicura che la Gran Bretagna adotterà le misure necessarie per mantenere la sicurezza. “Se consideriamo ciò che la Russia ha fatto, non solo in questo paese a Salisbury, ma in generale contro televisioni, contro infrastrutture strategiche, contro processi democratici, è evidente che bisogna prendere ogni precauzione possibile”, ha detto Johnson.

Da Parigi arriva la conferma che la missione è andata a buon fine e che l’obiettivo è stato raggiunto, con lo smantellamento di “buona parte dell’arsenale chimico”. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha sottolineato che il raid mirava a “distruggere gli strumenti chimici clandestini del regime di Bashar al Assad e, per quanto riguarda questo, l’obiettivo è stato raggiunto”.

La posizione dell’Italia: bisogna evitare un’escalation di violenza

Anche Paolo Gentiloni ha comunicato pubblicamente la posizione dell’Italia in merito all’azione congiunta di USA, Francia e Gran Bretagna contro la Siria. Gli aerei che hanno sganciato i missili non sono partiti da basi italiane, ma l’Italia, come anche la Germania, afferma che si è trattato di un’azione “mirata e motivata”. Tuttavia, Gentiloni insiste sul fatto che da questo gesto non debba scatenarsi un’escalation di violenza. Il Premier, d’accordo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conferma la posizione non interventista dell’Italia.

L’episodio di importanza mondiale ha buttato ulteriore benzina su un fuoco che già anima le istituzioni italiane, in vista della formazione del governo. Silvio Berlusconi insiste sul fatto che, ora più di prima, è necessario accelerare le decisioni sul nuovo esecutivo. Tuttavia, Mattarella conferma che non sarà presa una decisione prima di martedì prossimo. Le forze politiche si spaccano sulle posizioni verso l’attacco degli alleati. Matteo Salvini e Berlusconi litigano, mentre Di Maio si schiera a favore dell’alleanza “atlantistica”. “Con le bombe, con litigi e arroganza, con polemiche e perdite di tempo non si costruisce niente”, scrive il leader delle Lega.

Salvini, quindi, prende le parti del “lucido, concreto e lungimirante” Putin, scagliandosi contro la decisione di Trump, Macron e May. “Stanno ancora cercando le ‘armi chimiche’ di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi ‘missili intelligenti’, aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi”, scrive sui social Matteo Salvini. Berlusconi bacchetta il suo alleato nel centrodestra, dicendo che in alcune situazioni è meglio tacere. “Nella nostra situazione, adesso, è meglio non dare giudizi. Questi li deve dare l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Gli attacchi sono stati effettuati su obiettivi particolari, dove si presume ci sia la produzione di gas tossici. Tutte le volte che ci sono bombardamenti si aggrava la situazione dei civili” ha detto il Cavaliere.

Papa Francesco non dà giudizi, ma invita il mondo alla pace

Papa Francesco si schiera apertamente dalla parte della pace, esentandosi dal giudicare l’offensiva atlantica. L’appello del Papa alla pace arriva dopo aver recitato il Regina Coeli con i fedeli in Piazza San Pietro. Francesco si dice “profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo”. Il Pontefice prega per la pace, e si rivolge a “tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace”.

 

Di A.C.

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