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Nuova perizia sulla bomba della strage di Bologna

Una nuova perizia sugli esplosivi usati il 2 agosto 1980 per la strage di Bologna.

La decisione di effettuare una nuova perizia è stata presa dalla Corte di assise, nell’ambito del processo a Gilberto Cavallini. L’uomo è stato processato a 38 anni di distanza per concorso nell’attentato. Durante la strage furono uccise 85 persone e ferite 200.

Il Pm Antonella Scandelleri ha spiegato che le responsabilità per la strage si riverberano sulla posizione di Cavallini. Secondo l’ipotesi della Procura, avrebbe dato un sopporto logistico alla strage.

“Basta la lettura del suo casellario giudiziale per comprendere la scelta deviante, eversiva, fascista fatta da Cavallini fin dal 1976, quando esordì nell’ambito criminale con un omicidio e un tentato omicidio”. Queste sono state le dichiarazioni del pm Gustapane all’ANSA.

L’incarico di effettuare la perizia è stato conferito a Danilo Coppe, che dovrà accertare che tipo di esplosivi furono utilizzati. Ma qual è il motivo di questa nuova perizia?

Il presidente Michele Leoni ha speigato in aula che la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bologna nel 1994 c’erano dei dubbi riguardo alla composizione dell’esplosivo.

Scoprire la presenza dell’esplosivo sarebbe determinante per arrivare alla sua provenienza. Un’altra ipotesi, ancora da verificare, è l’eventuale presenza di un temporizzatore chimico o di un timer elettrico nella bomba.

Nel caso in cui fosse stato presente il timer elettronico, l’attentatore avrebbe potuto allontanarsi sapendo per certo il momento dell’esplosione.

 

 

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