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Neonato morto a Quezzi dopo circoncisione, arrestate mamma e nonna

 

Venerdì 5 aprile 2019 è in programma l’autopsia sul corpo del neonato di poco più di un mese, morto in un’abitazione di via Edera a Quezzi in seguito a una circoncisione fatta in casa. La mamma, la nonnna e il ‘santone’ che ha praticato l’operazione sono stati arrestati. L’ultimo, un 34enne, è stato fermato su un treno a Imperia mentre cercava di raggiungere la frontiera di Ventimiglia.

Per l’uomo è scattata l’accusa di omicidio preterintenzionale, come per mamma e nonna, cui si sommma quella di falso esercizio della professione medica. L’intervento è stato praticato nella mattinata di martedì 2 aprile. Nel pomeriggio il piccolo ha continuato a perdere sangue e alle 4 di notte le due donne hanno chiesto l’intervento del personale del 118.

Quest’ultimo ha subito avvisato la polizia. Mamma e nonna del piccolo sono state portate in questura e interrogate a proposito del decesso del neonato. Dalle loro dichiarazioni hanno preso il via le ricerche del ‘santone’, resosi irreperibile dopo la notizia che il piccolo continuava a peggiorare, e quindi l’arresto per mamma e nonna e il fermo del 34enne.

«Il servizio sanitario regionale garantisce la circoncisione ‘a scopo terapeutico’ sia pediatrica che adulta ma non quella ‘rituale’ in quanto non rientra nelle prestazioni previste dai Lea, livelli essenziali di assistenza. In particolare la circoncisione terapeutica pediatrica viene effettuata presso l’Istituto Gaslini e gli ospedali San Paolo di Savona e Sant’Andrea della Spezia», precisa Regione Liguria.

«A differenza di quanto accade in alcune Regioni come la Toscana – precisa la vicepresidente e assessore alla Sanità – in Liguria non è consentita la circoncisione ‘rituale’ negli ospedali pubblici. Occorre potenziare ancora di più la prevenzione e l’informazione anche nei consultori grazie alla presenza dei mediatori culturali con percorsi di accompagnamento mirati nei confronti delle famiglie per evitare la pratica casalinga di interventi invasivi che possono determinare anche la morte del neonato».

La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) precisa che sono «molti» i bambini in Italia che «rimangono gravemente menomati da pratiche eseguite in condizioni igieniche precarie, e non da medici. Delle circa 5000 circoncisioni rituali effettuate in Italia, infatti, almeno il 35% è praticato nei circuiti clandestini. Senza contare le altre 6000 eseguite nei paesi d’origine da cittadini che vivono stabilmente in Italia».

 

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