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Neo-sindaco di Citerna festeggia la vittoria seguendo le orme di San Francesco

Da cattolico praticante, il neo-eletto primo cittadino di Citerna, Enea Paladino, ha scelto di cominciare il suo mandato compiendo il Cammino di San Francesco.

Un atto di fede e l’amore per la terra umbra sono alla base dell'”impresa” compiuta in questi giorni dal trentenne neo-sindaco di Citerna, Enea Paladino, laurea in giurisprudenza e master alla Bocconi, che ha percorso a piedi duecento chilometri del Cammino di San Francesco da La Verna ad Assisi passando per Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio e Valfabbrica. Cattolico praticante, il giovane sindaco ha così anche trovato il modo per ringraziare dell’avvenuta elezione a primo cittadino e per fare da apripista a quello che può diventare un suggestivo itinerario per il turismo religioso che sempre più attrae anche dall’estero. “Era un’avventura – ha rivelato Paladino – che avevo in mente da tempo. Dopo aver percorso il cammino di Santiago da cui ero misticamente e spiritualmente rimasto affascinato mi ero ripromesso di continuare l’esperienza della vita del pellegrino nelle altre tre tappe che un cristiano dovrebbe compiere: Gerusalemme, Roma e Assisi”.

Il giovane primo cittadino ha percorso a piedi duecento chilometri del Cammino di San Francesco da La Verna ad Assisi passando per Pieve Santo Stefano, San Sepolcro, Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio e Valfabbrica. Accompagnato dal cugino Giorgio Margheri, Paladino ha impiegato tre giorni per completare il cammino. Seguire le orme di San Francesco, riscoprire la bellezza della nostra terra e staccare per qualche giorno dal caos della frenetica vita quotidiana, hanno innescato in me la voglia e la curiosità di rimettermi in cammino – commenta Paladino -. Un’esperienza che non ha prezzo, una vacanza alternativa che mi ha fatto riportare a casa oltre alle piaghe ai piedi, il dolore dei muscoli, la pelle ustionata, anche la consapevolezza di quanto lavoro abbiamo da fare per valorizzare tutto il nostro territorio. Eremi sperduti, castelli e abbazie abbandonate, antichi borghi dove il tempo sembra essersi fermato in quella che considero l’epoca d’oro per l’umanità che hanno chiamato Medioevo. Un cammino tra Toscana e Umbria – conclude – che consiglio a tutti per abbandonare il materialismo dei nostri giorni e abbracciare la riscoperta dei valori spirituali seguendo le orme del Poverello di Assisi”.

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