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‘Ndrangheta in Veneto: estorsioni e usura tra Venezia e Padova

Scoperta in Veneto una nuova ‘ndrina che operava tra Venezia e Padova, emettendo fatture false e pratricando usura.

Arrestate 33 persone coinvolte in una ‘ndrina che operava tra Venezia e Padova. Con questo nuovo giro di arresti, aumenta il numero di persone coinvolte in giri malavitosi che si sono stabiliti nel nord Italia.

Le forze dell’ordine hanno sequestrato all’organizzazione un totale di 20 mila euro in contanti. Il procuratore Bruno Cherchi ha spiegato che si trattava di: “una realtà profondamente radicata nel mondo economico e imprenditoriale veneto.

In particolare, “I nipoti del Grande Aracri, che sono in Veneto da tempo” sfruttavano le imprese per riciclare denaro sporco provento di altre attività criminali. Nello specifico, si servivano di fatture false emesse da ditte compiacenti in grave difficoltà economica.

Un altro strumento di cui la ‘ndrina si serviva era l’usura, con tassi del 300%. Il procuratore Cherchi ha sottolineato come: Una volta entrati nel giro mafioso non se ne esce. Gli imprenditori che pensano di avere un rapporto paritario con gli ‘ndranghetisti, di poter contrattare e cogliere un’opportunità di rilancio della propria azienda per poi tirarsene fuori, finiscono minacciati e aggrediti. È un atteggiamento ingenuo.”

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