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Muore trans in Puglia, polemiche per manifesti al maschile

 

“Muore ad Andria una persona transgender, Gianna, indigente perché scartata dalla società. La famiglia decide di affiggere manifesti funebri con il suo nome al maschile. Un’offesa al nome e all’identità con cui la conoscevano tutti. Abbiamo deciso di rifare la locandina funebre per darle un rispettoso ultimo saluto”. E’ il messaggio dall’agenzia Taffo funeral services che su facebook ha pubblicato un manifesto funebre per restituire alla 49enne pugliese la sua identità, “Gianna” e non Giovanni come scritto sui manifesti affissi in città. L’agenzia funebre ha raccolto una segnalazione di Vladimir Luxuria, la quale ha commentato l’iniziativa come “un gesto di amore, di pietas, contro la damnatio memoriae di chi vorrebbe cancellare la sua identità, la restituzione della dignità di un essere umano. Gianna che non merita, dopo tutto quello che ha passato nella vita, di morire due volte”.
Il ricordo della transgender, morta dopo una caduta per le scale, è rimbalzato sui profili social dell’Arcigay Bat, che ne parla come vittima di “disagio, discriminazione, umiliazioni, di un sistema, di una società che non riconosce, non accetta, non include le tante sfaccettature, le differenze che chiedono cittadinanza al suo interno”. Anche la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, le ha dedicato un pensiero. “Con la sua dipartita – ha detto – cade il muro di pregiudizi nei suoi confronti, cade la cultura dello scarto”.

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