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Morte del piccolo Mehmed, i conti non tornano

L’autopsia sul corpo del piccolo Mehmed, morto a soli due anni e cinque mesi, non combacia con quanto raccontato dal padre, che avrebbe confessato.

Lo scorso 22 maggio in via Ricciarelli, zona San Siro, è stato ritrovato il corpo di Mehmed, bambino di due anni e 5 mesi per il cui omicidio aveva confessato il padre, Aljica Hrustic, un 25enne di origini croate. A quasi un mese di distanza, però, sono arrivati i primi risultati dell’autopsia, che non sembrano confermare quanto dichiarato dal padre, che si è detto responsabile della morte del piccolo. I test effettuati sul corpicino di Mehmed, infatti, sembrano ricondurre la causa della morte a un trauma cranico, provocato in particolare da una botta in testa. Subito colpito dall’accusa, il padre aveva confessato l’omicidio nell’interrogatorio davanti al pm Giovanna Cavalleri e al giudice, raccontando di aver tolto la vita al bimbo con “un calcio sul petto”.

Ora che i primi risultati degli esami autoptici smentiscono la versione del padre, viene rivalutato il ruolo che ha avuto la madre nella morte del bambino. È vero, però, che il piccolo aveva una costola rotta, e quindi non si può dire che il padre abbia mentito. Quello che cambia però è il capo d’accusa, che non sarà più per omicidio in quanto non è stato il calcio la causa primaria della morte. Nel frattempo si valuta la posizione della madre, ma per avere un quadro completo e dettagliato bisognerà aspettare i risultati definitivi dell’autopsia, attesi per la fine di luglio.

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