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Morta sul lavoro a Modena: c’è un secondo indagato, responsabile sicurezza

 

C’è un secondo indagato in procura a Modena per la morte di Laila El Harim, al quarantenne deceduta all’interno dell’azienda Bombonette di Camposanto, nella Bassa Modenese, incastrata in un macchinario. Dopo aver iscritto il legale rappresentante dell’azienda che si occupa di packaging nel fascicolo per omicidio colposo, i pm hanno aggiunto anche il nipote del legale rappresentante stesso, vale a dire il delegato alla sicurezza dell’azienda.

La procura di Modena intanto ha disposto il sequestro del cellulare di Laila con il quale la stessa quarantenne aveva scattato fotografie al macchinario, una fustellatrice, al quale è rimasta poi agganciata, venendo trascinata e uccisa.

Immagini che l’operaia aveva deciso di salvare probabilmente a fronte di malfunzionamenti del macchinario stesso. Non è inoltre escluso che la donna quelle foto le avesse inviate o mostrate ai tecnici competenti, ma si tratta di elementi che soltanto le indagini potranno chiarire. Intanto questa mattina è cominciata l’autopsia che dovrà chiarire l’esatta causa del decesso.

Sul tema della sicurezza del lavoro dopo i richiami del prediente Sergio Mattarella e del ministro del Lavoro Andrea Orlando è intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. “C’è una cosa in particolare che sta a cuore a tutti noi, a me certamente e più di ogni altra cosa – ha detto il premier – Bisogna fare qualcosa poter migliorare una situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro. Rivolgo un pensiero commosso e affettuoso a tutti coloro che volevano bene a Laila El Harim. Due mesi fa era la D’Orazio e così via, ogni giorno. È stato fatto molto ma occorre fare molto di più”.

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