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Monte Bianco, si progetta alternativa a via normale

La nuova ipotesi prevede che si snodi lungo la Cresta delle Aiguilles Grises

AOSTA – Troppo pericolosa e spesso impraticabile. Per questo, la via normale italiana dal rifugio Gonella per salire sul Monte Bianco avrà un percorso alternativo. C’è in progetto infatti un nuovo tracciato chiodato e parzialmente attrezzato che per il Cai di Torino è “il piu’ sicuro per l’ascensione del Monte Bianco, anche se rimane uno tra i più lunghi come sviluppo e dislivello”.

Come sara organizzata?

L’ipotesi prevede che si snodi lungo la Cresta delle Aiguilles Grises: la salita, “praticamente sempre in cresta”, passa “lontano da crepacci e seracchi sospesi evitando il pericoloso transito sul Glacier du Dome, molto delicato e spesso impraticabile in stagione avanzata”. Dal “Piton des Italiens il tracciato si riunisce a quello classico, che prosegue su cresta nevosa fino al Col du Dome e alla Cresta delle Bosses che conduce in vetta”.

Una ricognizione conoscitiva di fattibilità e’ stata svolta il 4 luglio 2019 dal comandante della guardia di finanza di Entre’ves, Delfino Viglione, e dal finanziere Mauro Arioli.

I due sono stati coadiuvati da una ditta e da un elicottero messo a disposizione dai genitori di Jassim Mazouni, il giovane parigino che dal 9 luglio 2014 risulta disperso sul Monte Bianco, dove stava salendo lungo la via normale italiana con la guida alpina Ferdinando Rolando, di Ollomont.

La Via normale italiana

Secondo quanto si legge dalla“Guida dei Monti d’Italia – Monte Bianco Vol. I”, l’ascensione, per un dislivello di 1739  e di difficoltà PD/PD, dura circa 8 ore. Si parte dal rifugio Gonella a 3071 m e si attraversa a mezzacosta su buona traccia fra neve e sfasciumi per raggiungere il ghiacciaio del Dôme. Lo si sale prima sulla sinistra, poi nel mezzo (crepacci). In alto si continua nel suo ramo occidentale, compreso fra le creste delle Aiguilles Grises (a sinistra) e il contrafforte meridionale del Dôme du Gouter (a destra). Dal suo bacino superiore si piega a sinistra e, superata la crepaccia terminale nel punto in cui solitamente è chiusa, su ripido pendio con roccette si raggiunge la cresta poco sopra la depressione del Col des Aiguilles Grises 3811 m, o anche più in alto. Per neve e rocce facili si segue questa cresta fino alla sua sommità, la puntina rocciosa nota come Piton des Italiens (4003 m) sull’affilata cresta nevosa spartiacque che dal Col de Bionnassay sale verso il M. Bianco. Si segue questa cresta all’inizio aerea e sottile (cornici) poi più larga e meno esposta. Superata la spalla 4154 m al culmine del roccioso contrafforte meridionale, si giunge sull’ampia cupola nevosa del Dome du Gouter (4304 m) e si arriva alla larga sella del Col du Dome 4240 m, dove di solito si incontrano le tracce che salgono dai rifugi del Gouter e dei Grands Mulets (ore 4-5). Per ripido pendio si sale al pianoro presso il rifugio Vallot (4362 m). Lungo la cresta più ripida e stretta si toccano poi le due sommità nevose della Grande Bosse (4513 m) e della Petite Bosse (4547 m), si costeggiano le rocce della Tournette (4677 m) e lungo la cresta più aerea e sottile si arriva sulla vetta del Monte Bianco (ore 2.30; ore 6.30-8.30 dal rifugio).

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