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Milano, Tribunale ordina ancora al Comune di riconoscere i due padri

Per la quinta volta il Tribunale di Milano ha ordinato al Comune di trascrivere un certificato di nascita con due papà, contro il volere del Sindaco.

Il Tribunale di Milano ha ordinato all’Ufficiale di Stato civile del Comune di rettificare l’atto di nascita di un bimbo di quattro anni nato negli Stati Uniti. Il decreto, divenuto definitivo, vuole che anche in Italia il documento riconosca che il bambino ha due padri. È la quinta volta, questa, che i giudici ordinano al Comune di Milano di riconoscere i due papà sul certificato di nascita. L’intervento del Tribunale si rende necessario perché il sindaco, nel suo ruolo di Ufficiale di Stato Civile, si ostina a non accogliere le richieste delle coppie di padri, che si vedono costretti a rivolgersi ai giudici. Nonostante questo, da svariati mesi il Comune registra correttamente atti di nascita in cui si riconosce la presenza di due madri.

Quest’ultimo episodio conferma la posizione dei giudici in merito alle coppie di padri. I due papà del piccolo nato in America avevano prima ottenuto la rettifica del certificato in suolo statunitense, dove poi venne ufficialmente riconosciuta anche la paternità del genitore non biologico. Alla trascrizione dell’atto in Italia, però, il Comune di Milano si era rifiutato di riconoscere il secondo padre tramite una rettifica dell’atto, che dunque riconosceva solo il padre biologico. I due padri sono stati assistiti dai legali Manuel Girola, Giacomo Cardaci e Luca Di Gaetano di Rete Lenford-Avvocatura per i diritti LGBTI, che hanno ottenuto il riconoscimento di entrambi i padri, su ordine del Tribunale.

«L’assenza del legame genetico non può ritenersi lesivo di principi fondamentali a fronte di un quadro normativo e giurisprudenziale internazionale, comunitario ed interno che tende a valorizzare sempre meno detto legame in favore di altri aspetti della maternità/paternità correlati al consenso, alla volontarietà e all’assunzione di responsabilità genitoriale», spiega il Tribunale di Milano. Gli avvocati dei due padri hanno invitato il Comune di Milano, «da sempre in prima linea nella tutela delle persone omosessuali, ad allinearsi alle amministrazioni che già da tempo riconoscono i diritti fondamentali dei figli di due papà, evitando per loro i gravi pregiudizi e i rischi che subiscono a causa della mancata trascrizione». «Il rifiuto a trascrivere determina un inutile ricorso al Tribunale con aumento delle procedure, dei costi e dei tempi per l’intera collettività», aggiungono.

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