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Metà dei minori italiani non legge, il 70% in Sicilia. Valle d’Aosta tra le regioni virtuose

Menzione d’onore per Valle d’Aosta e Molise: le due regioni contano oltre 3 biblioteche pubbliche e non specializzate ogni mille minori tra i 6 e i 17 anni

In Italia non si legge più. Stando all’ultimo rapporto Istat di fine 2017, nel nostro Paese i lettori sono solo il 40,5% della popolazione, contro il 42% registrato nel 2015. E se si legge spesso lo si fa “costretti”, dalla scuola, dall’università o per lavoro. Ventitre milioni di Italiani hanno letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti la rilevazione, ma solo il 14,1% degli intervistati si annovera tra i “lettori forti”, ossia coloro che hanno letto almeno un libro al mese. Leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%), soprattuto se entrambi i genitori sono lettori (66,9%). Ampia è anche la forbice tra il Nord e il Sud: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (27,5%) mentre in quelle del Nord-Est si raggiunge la percentuale più elevata (48,7%). La maglia nera di questo triste primato appartiene a Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.

Nonostante infatti le biblioteche in Italia siano quasi 18 mila, in queste quattro regioni sono meno presenti biblioteche pubbliche e non specializzate. Questo dato emerge da uno studio divulgato dalla Fondazione OpenPolis, che ha come obiettivo combattere la povertà educativa.

Il reale dato preoccupante è che in Italia circa la metà dei giovani non legge e il 10% delle famiglie non ha libri in casa.

In questa particolare classifica delle regioni con più biblioteche pubbliche non specialistiche ma adatte ai minori,  Campania, Puglia e Sicilia si collocano rispettivamente al penultimo, terzultimo e quartultimo posto. La Valle d’Aosta è la regione più virtuosa, seguono il Molise, la Sardegna e il Trentino Alto Adige.

Valle d’Aosta e Molise contano oltre 3 biblioteche pubbliche e non specializzate ogni mille minori tra i 6 e i 17 anni. All’interno delle Regioni stesse però sussistono evidenti disparità: in Calabria e in Sicilia, nonostante un dato medio regionale basso, le province di Vibo Valentia e Messina presentano dati che si avvicinano alle 2 biblioteche ogni 1.000 bambini e adolescenti. Analizzando i dati del rapporto, appare evidente come le divisioni territoriali siano forti anche in questo ambito. I minori tra i 6 e i 17 anni che non leggono sono meno di un terzo nella provincia autonoma di Trento, mentre superano il 70% in Sicilia. E ancora, nel Mezzogiorno più di 2 bambini e adolescenti su 3 non hanno letto libri nell’ultimo anno.

«Questa situazione – osserva la Fondazione OpenPolis – è in parte sovrapponibile agli anni della crisi economica e dell’aumento della percentuale di famiglie in povertà assoluta. Una famiglia su 10 in casa non ha neppure un libro e il caso è costante da quasi un ventennio. È forte l’ effetto “familiarità” nella lettura: se i genitori sono lettori, anche i figli leggono (in due terzi dei casi). Al contrario, solo una minoranza dei figli di non lettori legge (30,8%). Eppure spesso la lettura salva la vita. Come sottolinea uno studio di Save The Children, I bambini che hanno meno opportunità di apprendere, sviluppare le loro capacità e di far maturare le proprie aspirazioni – come accade appunto in Campania e Sicilia, hanno un terzo delle possibilità di reagire positivamente a un contesto sociale difficile.

Non si legge ma si pubblica. E tanto. Nello stesso periodo oggetto dello studio è infatti cresciuta la produzione di libri (+3,7%). Sono circa 1.500 gli editori attivi censiti, che hanno pubblicato 61.188 titoli e hanno stampato quasi 129 milioni di copie.

 

A cura di Giovanni Cioffi

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