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Melegatti può andare avanti: sì al concordato preventivo

Il Tribunale di Verona ha stabilito che la procedura di concordato, aperta per Melegatti, può proseguire.

Ma che cosa significa tutto questo? Per ora, lo storico produttore di dolci veronese sembra essere fuori pericolo. L’azienda, fondata nel 1894 da Domenica Melegatti, inventrice del panettone, nel 2016 sembrava destinata al collasso. A ottobre 2017 i suoi stabilimenti di Verona hanno chiuso e, i suoi dipendenti, non hanno percepito lo stipendio da agosto 2017. Tutto ciò è stato causato da un dissesto finanziario, con 70,000 euro di introiti e 40,000 euro di debiti. Anche gli attriti tra le due famiglie proprietarie, Ronca e Turco, hanno fatto precipitare ulteriormente la situazione.

Oltre ai 70 dipendenti ci sono anche 200 lavoratori stagionali per il periodo natalizio. L’azienda si sentiva fortemente minacciata dalla concorrenza della Bauli, ormai svincolati dalla produzione di dolci stagionali. Per questo motivo, la Melegatti ha provato a spingere sulla differenziazione della produzione. Ma invece che essere una scelta vincente, si è rivelata una scelta suicida. In una situazione del genere, l’azienda si è dovuta arrendere.

Adesso per non è detta l’ultima parola. Il parere favorevole del Tribunale di Verona, ha bloccato temporaneamente il fallimento dell’azienda. La procedura, partita il 7 novembre 2017, ha come naturale scadenza il 7 marzo 2018. Il concordato ha una durata di 120 giorni, con la possibilità di proroga di un massimo di ulteriori 60, se l’azienda decidesse di presentare un’apposita istanza al Tribunale. Nel frattempo, i dipendenti di Melegatti e Nuova Marelli resteranno in cassa integrazione fino al 30 aprile.

Huasbrandt Trieste 1892, marchio trevigiano di caffè, si è offerto di acquistare l’azienda veronese. Non solo, aveva anche dato al giudice fallimentare un milione di euro per far partire la produzione pasquale, ma era stato fermato per motivi tecnici.

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