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Mediatore tra mondo di fede e scienza, il tempo di Dio ai giorni nostri

Intervista al pastore evangelico Giosuè Acevedo, scrittore del libro “Il tempo relativo di Dio”, a cura di Nadia Montiel

Nella nostra natura umana abbiamo la continua necessità di delimitare il tempo. Che giorno è? Dove ti vedi tra dieci anni? A che ora ci vediamo?

I quesiti possono essere vari, ma esiste davvero il tempo? Può questo essere definito? Dio come lo vede? Queste sono le domande a cui Giosuè Acevedo, scrittore e pastore della chiesa cristiana Pieno Evangelo a Capalle, si cimenta a rispondere nel suo primo libro “Il tempo Relativo di Dio”.

Un giovane cresciuto nel focolare di una famiglia cristiana che già in età adolescenziale spinto dalla curiosità, si sofferma nella lettura e analisi dei versi biblici, cercando perfino il significato intrinseco della punteggiatura dei testi. Così inizia la raccolta di preziosi appunti su cui in futuro baserà la stesura di vari libri, tra cui quello appena pubblicato.

Qual è il motore che lo ha spinto inizialmente?

Da normale adolescente si è trovato ad affrontare esperienze positive e altre meno, sempre affiancato dall’affetto e costante guida di sua nonna materna anche lei pastore nella sua chiesa, che però lo hanno comunque portato a confrontarsi con la realtà della vita. A sedici anni qualcosa cambia; ed è proprio il confronto vis-à-vis con l’amore di Dio in cui trova una forte motivazione nel riscoprire la parte migliore di sé.

In lui convivono un crogiuolo di culture che spaziano da quella americana in cui per anni studia in cristiana a quella latina poiché discendente da famiglia di origini argentine, fino ad arrivare a quella italiana, paese in cui è nato e vissuto.

Come gli studi universitari influenzano il suo percorso?

Dopo un periodo di riflessione riceve una determinante conferma e decide di iscriversi all’università seguendo l’indirizzo di Ingegneria informatica, un giorno prendendo parte ad una lezione di fisica relativistica il docente inizia ad esporre tramite la teoria della relatività di Einstein il tempo inteso come elemento quadrimensionale nella realtà. L’esposizione lo sorprese così tanto poiché era esattamente ciò che lui aveva riscontrato nel suo studio dei versi biblici nel corso degli anni, semplicemente fino a quel momento non possedeva i mezzi scientifici per esprimere i suoi concetti.

Religione e scienza

La ragione subisce una vera rivoluzione ed inizia a comprende che la Bibbia è vicina alla scienza, che il mondo sacro e quello scientifico esprimono le stesse argomentazioni ma in lingue diverse. Nasce in lui il desiderio di dimostrare questo riscontro in modo da far capire agli uomini di fede che la scienza non è l’antagonista della storia e agli scienziati che la fede non deve essere vista come un muro invalicabile sulla loro strada.

Cosa vuole comunicare ai suoi lettori?

Il libro è stato fortemente voluto per dimostrare un altro volto di Dio, non di lui come entità lontana ma vicina. Si parla della luce e come essa dia origine alle cose e modelli il nostro universo, dal punto di vista spirituale si cerca di comprendere spazio e tempo avvicinandoci alla concezione di un Dio che vive si nell’eternità ma non in una sfera a noi irraggiungibile, a cui vi si accede non per mezzo della ragione ma tramite il cuore con la consapevolezza di qualcosa che non vedi ma senti nel profondo.

Inizialmente il libro era rivolto prevalentemente ad un pubblico cristiano, con il fine di portare i fedeli ad espandere i propri orizzonti ed aprire la mente, riscontrando un’accoglienza talmente positiva dai primi lettori che è stato condiviso con sempre più persone del mondo laico. A tal punto che un filosofo ha contattato lo scrittore per complimentarsi sui contenuti argomentati e sulla visione di Dio e del tempo da lui espressa che riprende similmente la concezione divina di Aristotele dimostrando che filosofia e fede non sono affatto in contrapposizione, bensì questo libro può essere visto come mediatore tra le due sfere.

 

Le nuove generazioni possono ritrovarsi nelle sue parole?

Lo scrittore sostiene che tutto il processo della pubblicazione del libro ha aperto un mondo a lui sconosciuto, spinto e in certi casi obbligato a adottare un linguaggio facilmente comprensibile da tutti e forse è proprio questo il suo punto di forza. Poter argomentare un Dio attuale che trova il suo spazio nel palcoscenico della scienza di Isaac Newton, Blaise Pascal e Galileo Galilei.

Il suo consiglio ad oggi è quello di saper dominare la scienza e la fede, poiché solo chi li possiede entrambi riesce davvero ad indagare la realtà senza troppi preconcetti. Incentiva le persone ad addentrarsi nel punto di vista di Dio e lasciare che la fede accetti le risposte senza interrogarci troppo sui “perché” che oggi umanamente non comprendiamo.

Non è un libro spirituale, ma non si può considerare neanche scientifico; è scorrevole e accessibile e va vissuto come un’esperienza che arricchisce. Il lettore viene invitato dallo scrittore a prendersi un caffè tra le righe delle pagine e qui a raccogliere nozioni indispensabili nella vita quotidiana.

Ci informa inoltre che dato il grande successo si sta già lavorando alla pubblicazione del libro in lingua inglese e spagnola e già disponibile su Amazon.

A questo punto non resta che leggerlo.

Di Nadia Montiel

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