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Maxi retata antimafia a Bari: 104 arresti. Smantellato il clan Mercante-Diomede e Capriati

Il sindaco di Bitonto: “Il crimine non paga”

Centoquattro persone arrestate questa mattina a Bari e in diverse località italiane. È questo il bilancio della maxi operazione antimafia messa in atto dai carabinieri del Ros che ha permesso di smantellare così la rete degli affiliati ai clan Mercante-Diomede e Capriati che erano entrati nel tessuto produttivo ed economico del capoluogo e della provincia pugliese. L’indagine della Dda di Bari ha ricostruito gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità di infiltrazione dei clan. Documentando, inoltre, i rituali di affiliazione, la disponibilità di armi anche da guerra e i rapporti con esponenti della Società foggiana e della Sacra corona unita di Lecce.

Le accuse sono associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, rapina, sequestro di persona, detenzione di armi, lesioni personali con aggravante mafiosa, violazione della misura della sorveglianza speciale.

Tra gli arrestati, quale affiliato del clan Mercante-Diomede, anche un imprenditore nel settore della sicurezza privata, da anni membro del consiglio direttivo della Fai, associazione antiracket ed antiusura Puglia. L’inchiesta ha evidenziato il crescente e significativo ruolo assunto dai clan Mercante-Diomede e Capriati, federati tra loro, nel panorama criminale pugliese, entrambi caratterizzati da una struttura gerarchizzata, dall’imposizione di rigide regole interne e del connesso rispetto delle gerarchie, dal controllo militare del territorio, dal ricorso ai rituali di affiliazione promossi, diretti ed organizzati dai componenti che all’interno del sodalizio rivestono la qualità di ‘padrini’, a favore dei ‘figliocci’.

L’inchiesta dei carabinieri del Ros, denominata ‘Pandora’, è stata coordinata dai pm Giuseppe Gatti, Lidia Giorgio, Renato Nitti e dall’aggiunto Francesco Giannella.

Dagli accertamenti è emerso il ruolo apicale del boss Giuseppe Mercante, soprannominato ‘Pinuccio il drogato’, con potere “di vita e di morte” sui suoi affiliati. Il boss, emerge dalle indagini, teneva ai sodali lezioni di mafia in un bar del quartiere Libertà di Bari. Questa indagine – hanno spiegato i magistrati – rappresenta un punto di svolta sulla ricostruzione della geografia criminale barese”, evidenziando le ramificazioni dei due clan nell’intera regione, da Bitonto a San Severo, passando per Altamura, Gravina, Valenzano, Triggiano e il Nord Barese.

Scoperchiato il vaso di Pandora 

«L’indagine Pandora rappresenta una prova di forza dello Stato, una dimostrazione, a partire dalla città che rappresento, che il crimine non paga”. Lo dichiara in una nota Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto e vicepresidente di Avviso Pubblico. “I criminali finiscono in una bara o in galera, prima o dopo. A noi – dice Abbaticchio – non resta che lavorare per creare alternative legali, credibili e durature, rivolte ai tanti ragazzi che assistono a tutto questo. Grazie alle forze dell’ordine ed al loro quotidiano lavoro, spesso oscuro e mai celebrato abbastanza».

«Come Avviso Pubblico ritengo sia doveroso esprimere un plauso nei confronti delle forze dell’ordine – ha evidenziato Silvestro Delle Foglie, consigliere del Comune di Bari e Coordinatore regionale di Avviso Pubblico – per lo sforzo profuso e per l’ottima riuscita dell’operazione auspicando che il lavoro fatto possa bloccare la recrudescenza di attività criminale sul territorio di Bari». Nella nota si sottolinea come “in Puglia le organizzazioni criminali hanno da tempo rialzato la testa. Lo dimostrano il crescente interesse da parte dei clan verso le infiltrazioni nel settore economico e amministrativo, le decine di minacce rivolte agli amministratori pugliesi che Avviso Pubblico censisce ogni anno nel proprio Rapporto “Amministratori sotto tiro”, e un controllo del territorio spesso feroce, come testimoniano i numerosi fatti di sangue registrati negli ultimi anni. L’operazione di oggi – conclude la nota – non deve pero’ farci dimenticare l’esistenza in Puglia di una maggioranza di amministratori pubblici e cittadini che agiscono e si impegnano quotidianamente contro l’illegalita’ e l’arroganza mafiosa, nel solo interesse della collettività. A loro va il sostegno e la profonda vicinanza di tutta la nostra Associazione».

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