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Mary Poppins operazione nostalgia

Il 21 dicembre è uscito il nuovo film della saga di Mary Poppins. Una riuscita operazione nostalgia o un flop totale?

Sono passati ormai 54 anni da quando per la prima volta uscì al cinema Mary Poppins, diretto da Robert Stevenson e con l’iconica Julie Andrews. Oggi però, la Disney ha deciso di riportare la tata sul grande schermo con la direzione di Rob Marshall. Come sarà andata questa operazione nostalgia? Sarà stata di successo o sarà stata un flop come il live action della Bella e la Bestia? Andiamo a vedere.

Il compito ingrato di Emily Blunt

Questa volta Mary Poppins non è stata interpretata da Julie Andrews, che ha ormai la veneranda età di 83 anni, ma da Emily Blunt, vincitrice di BAFTA e di un Golden Globe. A suo dire, quando ha comunicato ai suoi bambini che avrebbe accettato la parte erano entusiasti. Una bellissima notizia per loro, ma sicuramente una parte complessa per la mamma. Come si fa ad indossare degli abiti che sono stati tagliati e cuciti per un altro attore, senza alcuna possibilità di fare modifiche? Nonostante queste limitazioni e l’inevitabile confronto con un’interpretazione magistrale come quella di Julie Andrews, Emily Blunt è sicuramente riuscita nell’impresa. Con la massima nonchalance reinterpreta quei modi di dire e quel portamento altero che hanno da sempre caratterizzato Mary Poppins. Certo, non è il personaggio della nostra infanzia, ma si dimostra vincente proprio perché segue il solco di chi l’ha preceduta senza voler snaturare nulla. Ciò nonostante sullo schermo non c’è una creatura amorfa, ma una personalità dallo stile impeccabile.

La famiglia Banks

Sono ormai passati anni dall’ultima volta che abbiamo visto Jane e Michael Banks. Adesso Jane, da degna figlia di una suffragetta che combatteva per il voto alle donne, è diventata una sindacalista che si batte per i diritti dei lavoratori sottopagati. Michael, invece, è rimasto vedovo e si ritrova a dover fare i conti con la banca che vuole pignorare la casa di famiglia per riscuotere un debito. Poi ci sono i nuovi piccoli Banks, i gemelli Annabel e John e il piccolo Georgie. Sarà proprio lui a trovare Mary Poppins all’altro capo del suo aquilone. Sebbene inizialmente né Michael, per ragioni economiche, né i bambini, per non rinunciare alla propria autonomia vogliano una tata, Jane alla fine farà assumere Mary Poppins perché “Non è una qualunque”. E se non lo sanno loro che sono finiti in un disegno sul marciapiede. Così inizierà la nuova avventura della famiglia Banks. Mentre gli adulti dovranno cercare le azioni di proprietà della banca del defunto signor Banks, i bambini scopriranno il mondo fantastico di Mary Poppins.

Il lato oscuro del film

Uno degli aspetti più interessanti di questo nuovo film Disney è sicuramente la forza del lato oscuro e del male. Normalmente, i film Disney conservano quell’aura rassicurante che non fa mai dubitare per un attimo che ci sarà il lieto fine. Qui invece la situazione è un po’ diversa. Sin dall’inizio, si vede che c’è qualcosa di oscuro che si abbatte sulla famiglia Banks, che abita in viale dei Ciliegi 17. Il problema scatenante è stata la malattia della moglie di Michael che non solo l’ha portata alla morte, ma ha anche reso molto difficile la situazione finanziaria della famiglia. Certo, nei film Disney è prassi che almeno uno dei genitori venga a mancare. Ma qui si affronta il dolore della perdita in modo molto più consapevole e reale. Un aspetto molto adulto che, all’interno di un film pensato per tutta la famiglia, può aprire riflessioni su temi difficili, ma in modo che anche i bambini possano avvicinarsi. Non solo, anche la figura del cattivo è molto interessante. William Wilkins, interpretato da Colin Firth, è il nipote del proprietario della banca che vuole aumentare i profitti lucrando sulle famiglie indebitate a causa della Grande Depressione. È una figura estremamente infida, con una doppia faccia che inizialmente solo i bambini riescono a cogliere.

 

L’importanza dei colori

Un altro medium molto potente utilizzato all’interno del film sono i colori. Oltre alla classica palette luminosa che contraddistingue i prodotti per un pubblico di bambini, ci sono anche delle tinte più scure, in base al momento della narrazione. Un esempio è chiaramente all’inizio della storia. Le prime scene è vero che non sono completamente scure, ma non sono neanche luminose. In questo modo già si intuisce tra le righe che c’è qualche oscuro presagio che grava sui protagonisti come una spada di Damocle, ovvero la possibilità di perdere la casa di famiglia. Anche quando Michael Banks si reca in banca la prima volta l’atmosfera è la stessa. Per quanto riguarda invece i colori delle avventure con Mary Poppins emergono ancora altri aspetti. Il viaggio nel vaso merita particolare attenzione. Nonostante sia un viaggio con Mary Poppins, dunque una situazione protetta, c’è un sottofondo oscuro. C’è infatti il lupo con i suoi scagnozzi che all’inizio sembra gentile ma poi prova a rubare i mobili dalla camera dei bambini. Esattamente come il proprietario della banca che finge di adoperarsi per aiutare i Banks, ma che in realtà vuole mettere le mani sulla casa.

 

Citazioni e camei

Una citazione interessante, forse non esattamente voluta, è quella di Hit di Stephen King. Ad un certo punto Georgie, il più piccolo dei bambini, perde il suo peluche e corre per inseguirlo. Durante la sua ricerca si imbatterà nel cattivo della storia. Vi ricorda qualcosa? Non sembra forse la scena iniziale di Hit, dove Georgie perde la sua barchetta e incontra il malvagio Hit? Interessante anche il fatto che i due bambini abbiano esattamente lo stesso nome. Per fortuna per Georgie Banks si trova in un film Disney e non in un libro di King. Infine, adorabili i camei di Dick Van Dyke e Angela Lansbury. Van Dyke spunta dall’armadio come vero e proprio deus ex machina che, come nella migliore tradizione disneyana, salva la situazione quando sembra irrecuperabile. Lansbury, dopo aver fatto la strega in “Pomi d’Ottone e Manici di Scopa”, interpreta una deliziosa anziana signora dei palloncini.

 

Considerazioni finali

Alla fine dello spettacolo ho sentito dei bambini lamentarsi con i genitori, anche con una buona dose di stizza. Erano infatti colpevoli di non avergli mai fatto vedere la “vera” Mary Poppins. La Disney è riuscita a far venire voglia di guardare un film degli anni Sessanta a dei bambini che sono abituati a delle tecnologie molto più sviluppate, basti pensare alla complessa tecnologia che governa l’acqua in Oceania o l’alta definizione della televisione che hanno a disposizione ogni giorno. Se questa non è un’operazione nostalgia ben riuscita!

 

A cura di B.P.

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