Milano – “Serve una svolta, o si va al voto“. Concetto chiaro quello espresso dal ministro dell´Interno, Roberto Maroni, in un´intervista al Corriere della Sera.´´Berlusconi deve iscriversi nella categoria dei coraggiosi e lanciare un programma ambizioso. Deve farlo adesso, il 22 giugno davanti alle Camere´´. Maroni precisa che le sue parole sul fisco non vanno interpretate come´´un attacco a Tremonti (collega che stimo) nè tantomeno al governo´´, ma come´´uno stimolo per entrambi´´ perchè´´tirare a campare vuol dire tirare le cuoia. Vuol dire perdere consenso e arrivare alle prossime elezioni con la
prospettiva di una sconfitta annunciata´´.
Riforma fiscale, (“bisogna dare più soldi alla famiglie”) e sbarchi (“bisogna bloccarli”) sono i temi principali da affrontare secondo l´esponente del Carroccio:´´Berlusconi si deve fare portavoce sulla scena internazionale della richiesta di fermare le bombe per lasciare spazio alla diplomazia´´. E se un negoziato non fosse possibile,´´ho un´altra richiesta in subordine´´, che siano
cioè´´le navi Nato´´ a´´impedire la partenza dei profughi dalle coste della Libia´´. Quanto ai referendum, Maroni sottolinea di aver votato SI´ ai
due quesiti sull´acqua,´´bene pubblico primario´´, per cui la Lega è sempre stata contraria alla privatizzazione.´´Se passa il si´ – aggiunge – bisogna fare una legge per quei Comuni che non gestiscono in modo efficace l´acquedotto. Farò una proposta normativa per far scattare il commissariamento, proprio come avviene in materia di rifiuti´´.