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Mamma Mia- Ci Risiamo: come far funzionare un seguito

Nei giorni scorsi a Roma si è tenuta l’anteprima del fortunato musical Mamma Mia. Come è possibile che un sequel riesca a reggere ciò che ha creato l’originale?

Facciamo prima un passo indietro, per capire come è nato il fenomeno Mamma Mia.

Il Musical

Prima di essere un film, Mamma Mia era un musical della drammaturga inglese Catherine Johnson, rappresentato per la prima volta nel 1999 al teatro Prince Edward di Londra. Già il titolo riprende una delle canzone più famose degli ABBA. Ma non finisce qui, l’intera musica del musical si basa sui successi del gruppo svedese. Tra queste ci sono Super Trouper, Dancing Queen, Thank you for the Music, The Winner Takes It All, Lay All Your Loves on Me e SOS.

 

La storia

La protagonista è Sophie, una ragazza di 20 anni che ha deciso di sposarsi con il suo ragazzo Skye, nell’isola greca in cui è cresciuta. Unica nota: vorrebbe la benedizione del padre che non ha mai conosciuto. Sophie, infatti, è stata cresciuta solo da sua madre Donna. Decisa a scoprire l’identità del padre, sfoglia di nascosto il diario della madre da giovane. Convinta di aver individuato tre dei possibili candidati alla sua paternità gli invita al suo matrimonio. Il tutto senza aver informato la madre. Iniziano così una serie di numeri con sottofondo Abba per scoprire chi sia il vero padre di Sophie tra i tre possibili candidati: un architetto, un banchiere e un avventuriero. Alla storia si aggiungono anche le migliori amiche di Donna, nonché cantanti del gruppo Donna and the Dynamos: Rosie e Tanya. Insomma, una combo vincente che fu subito ben accolto nei teatri.

 

Il film del 2008

Visto il successo intramontabile del musical, nel 2008 Mamma Mia diventa un film con un cast vincente. Donna, infatti, viene interpretata da Maryl Streep. Sophie è Amanda Seyfried. I tre padri invece sono Colin Firth, Pierce Brosnan e Stellan Skarsgård. Il film ha avuto molto successo. Nel 2009 è stato candidato ai Golden Globe come Miglior film commedia o musicale e Maryl Streep è stata candidata come Miglior attrice in un film commedia o musicale. Tuttavia, sembra impossibile tornare con un sequel. Mamma Mia, infatti, è una storia così iconica che sembrerebbe finire lì. In fin dei conti, il finale sembra sufficientemente chiuso. A quanto pare non è andata così.

 

Ci risiamo

Sembra impossibile ma Mamma Mia è tornato. Donna è morta. Non si sa perché o come, ma la protagonista piena di vita se n’è andata. Sophie si prepara a riaprire l’albergo della madre dopo un anno dalla sua morte. Un decisione molto difficile che riporterà alla luce molti ricordi di quando c’era ancora Donna. Detta così vuol dire poco o niente. Anzi, potrebbe lasciare dei dubbi a chi, innamorato del primo episodio, lo considera ormai concluso. Tuttavia, Mamma Mia- Ci risiamo dovrebbe avere una possibilità. Certo, all’inizio la storia fa un po’ fatica ad ingranare, ma poi si riscatta bene. Si vede proprio come all’inizio ci sia un momento di rodaggio per acquistare il brio dell’originale. Superata l’en passe, la narrazione procede nel solco del primo. Nella storia si susseguonoun alternarsi di flashback e flashforward. Da una parte si ripercorre la vita di Donna da giovane, partendo da quando ha finito l’università e ha deciso di andare all’avventura in giro per il mondo. Dall’altra c’è Sophie, ormai adulta, che sta cercando di prendere le redini di ciò che le ha lasciato la madre e fare ciò che l’avrebbe resa fiera. Così si scoprirà come Donna ha conosciuto i tre padri di Sophie e come è finita su una sperduta isola greca dove ha aperto un albergo. Nel frattempo, Sophie imparerà a crescere e ad essere adulta, affrontando la lontananza con il compagno e gli imprevisti che ci possono essere durante una riapertura.

 

Perché vale la pena andare a vederlo

È molto bello vedere la maturazione dei personaggi, non solo da film a film, ma anche come sono cambiati o come sono rimasti uguali tra passato e presente. Il gioco tra flashback e flashforward è molto interessate per creare un legame empatico con personaggi che ormai sono già noti. Tuttavia, in questo moto, vederli da quando hanno 20 anni fino ai 60, permette allo spettatore di avere acceso ad uno spaccato ancor più ampio della loro vita, provando maggiore empatia. Un altro aspetto interessante è la tematica del lutto. In questo episodio è Sophie l’adulta che deve crescere e portare a termine delle scelte senza il consiglio della sua più grande guida: Donna. Benché non fosse una madre convenzionale, Donna era sempre lì per sua figlia. Ora Sophie deve imparare a scegliere da sola. Così inizia ridando luce al luogo che la madre amava di più: l’albergo in una sperduta isola greca. Certo Sophie non è completamente abbandonata al suo destino: c’è Bill, che aveva sposato Donna alla fine del primo film, ci sono gli altri padri, ci sono le Dynamos, c’è Skye. Nonostante non sia sola, si vede che l’unica che vorrebbe al suo fianco non può esserci. Certo, non è una trama con articolati colpi di scena, tuttavia, conserva la freschezza del primo episodio, regalando ulteriori dettagli sul prima e il dopo dei protagonisti a cui, ormai, ci si è affezionati. Un altro aspetto molto carino è la cura con cui sono stati scelti gli attori dei flashback. Sono naturalmente simili ai loro doppioni nel futuro, senza però assomigliare a dei brutti cosplay.

Insomma, un film da vedere d’estate per rilassarsi e, perché no, commuoversi anche un pochino. Tra una canzone degli Abba e l’altra.

 

A cura di B.P.

 

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