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Mafia palermitana: confiscati beni a imprenditori vicini ai Clan per oltre 8 milioni di euro

Decreti di confisca emessi per Salvatore Milano e Filippo Giardina

 

 

La Dia di Palermo ha eseguito un decreto di confisca di beni, dal valore complessivo di circa 8 milioni di euro, nei confronti dei 66enni Salvatore Milano e Filippo Giardina. I due imprenditori sono considerati entrambe legati ai clan mafiosi palermitani. Oltre alla confisca è stata disposta per i 66enni la sorveglianza speciale per quattro anni.

Le indagini della Dia, coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Dario Scaletta, sono iniziate nel 2007, a seguito del ritrovamento nel covo dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo di un ‘pizzino’ in cui si faceva riferimento alla catena di negozi “Bagagli”. La stessa citazione emerse in un altro caso, nel corso di un’intercettazione, in cui gli interlocutori discutevano di interessi a Milano nella stessa catena di negozi. Le dichiarazioni di alcuni pentiti e altri approfondimenti, hanno permesso di delineare il quadro criminale. Oltretutto, le indagini hanno portato alla luce degli scambi di denaro di provenienza sospetta: versamenti in contanti, strane vincite al lotto, ritenute dal Tribunale simulate attraverso un collaudato sistema di cessione di titoli vincenti.

La confisca ha interessato diversi beni: l’intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di tre società, attive nel commercio di pelletterie; i beni aziendali di un’impresa individuale; sette appartamenti; un’autorimessa; 14 terreni; quote di immobili; quattro automobili; due moto e uno yacht; conti correnti; titoli; depositi bancari e varie disponibilità finanziarie. In particolare, sono stati confiscati a Palermo i punti vendita della catena dei negozi di moda Bagagli di via Libertà, di via Messina e di via XX settembre e una tabaccheria di via Messina Marine.

 

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