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M5S, malessere interno al movimento dopo il salvataggio di Salvini

 

Il M5S si è svegliato spaccato in due: da un lato l’ala governista che ha festeggiato il risultato della consultazione online come una vittoria della linea Di Maio, dall’altra i malpancisti che ora s’interrogano sulla direzione imboccata dal Movimento, e che parlano di suicidio politico di Di Maio. Il capo politico, salvando Salvini ha diviso in due il movimento con una minoranza che va da Fico a Roberta Lombardi. Un’area che per ora resta ancorata al Movimento stesso, ne diventa una parte interna ma che non è assolutamente da escludere possa dare vita a una scissione, lasciando al suo destino l’ala governista. Tanto più che Grillo è sempre più distante dal suo vicepremier, sebbene quest’ultimo assicuri l’unità del movimento.

I timori sono sul futuro di M5s alla luce anche delle novità di riorganizzazione nazionale e locale annunciati da Luigi Di Maio ai parlamentari nel corso dell’assemblea congiunta serale, e della possibile apertura a liste civiche in occasioni di elezioni locali; le perplessità sono sulle modalità di questi cambiamenti. Modifiche che segneranno una svolta nella struttura del Movimento ma che, in ogni caso, dovranno avere il via libera finale dagli iscritti con un voto online.

Insomma nel Movimento dunque non passa il malessere dopo il ‘salvataggio’ dell’alleato Salvini sul caso Diciotti. Entro il 25 marzo si dovrà votare in aula al Senato e l’ala ortodossa annuncia battaglia. Servono 161 voti: la maggioranza non dovrebbe rischiare, considerato che FI e Fdi sono pronti a ribadire il no alla richiesta dell’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. Ma al di là delle proteste degli attivisti sulla rete il confronto è anche all’interno del Movimento.

“Noi – sostiene uno dei senatori che diranno sì alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini – rappresentiamo quel 40% che ha deciso di non piegarsi alla Lega”. Alla fine – questa la previsione dei dissidenti – dovrebbero essere solo cinque o sei quelli del Movimento 5 stelle che contravverranno alle indicazioni arrivate dalla piattaforma Rousseau e dal voto dei componenti pentastellati presenti nella Giunta per le elezioni. “Ma – viene spiegato – da oggi in poi su ogni tema decideremo secondo la nostra volontà, non ci sono più patti che tengano”.

Il deputato M5s, Luigi Gallo, spesso voce critica, è tra i più duri sull’esito del voto online sulla Diciotti: “Non liquiderei così facilmente questa votazione – scrive su Fb – tante sono le cose fatte bene ma ci sono anche gravi errori. C’è qualcuno che dice che il 41% deve andarsene, qualcun altro vuole etichettare il 41% come dissidenza. Io so invece che il 41% è pronto a mobilitarsi e vuole chiedere conto della direzione di questo governo, vuole più coerenza. Il 41% degli iscritti al M5s chiede ai vertici un cambio di passo – sottolinea – e il ritorno ai principi del M5s. Il 41% è un numero enorme”.

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