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Lotta alla mafia: opportuno intervento UE

Sono trascorsi pochi giorni dalle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della strage di via D’Amelio, nella quale persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta, ma ad oggi la mafia risulta ancora presente nel tessuto della società italiana.

Come disse Giovanni Falcone, la mafia è un “fatto umano che, come tale, prima o poi dovrà finire”. La mafia con cui oggi conviviamo è però diversa da quella che 25 anni fa uccise i giudici Borsellino e Falcone: resiste, ma si è resa invisibile.

A sottolineare quanto sia importante “ricordare” le vittime della mafia, è stato Domenico Seccia, Procuratore della Repubblica di Fermo, impegnato per anni nella Direzione distrettuale Antimafia di Bari:  “E’ fondamentale per rinverdire il dolore di una stagione che ha contaminato le coscienze ed è stata un punto di partenza per la rifondazione della lotta contro la mafia”.

Sulla questione delle nuove mafie, dalle implicazioni delle indagini relative a Mafia Capitale e al buisness dell’accoglienza, Seccia ha commentato:  “Il periodo storico è diverso. Oggi il fenomeno è più esteso, interessando tutto il territorio nazionale. Non esistono solo le mafie ma anche organizzazioni paramafiose che operano in diverse zone del Paese. Episodi criminali si sono verificati nell’ambito lombardo, emiliano e soprattutto pugliese. E’ in atto un’evoluzione, nella quale al crimine organizzato violento si associa quello dei ‘colletti bianchi’”.

Una mafia rinnovata, che è spesso difficile individuare come tale: “Si sta verificando un fenomeno particolare: la produzione delle risorse lecite attraverso il subappalto”, un fenomeno che non appare più come unitario.

Grasso: “La mafia quando è silente è ancora più pericolosa”

Una mafia che appare silente, invisibile, che tende a confondersi con la legalità e, in molti casi, non emerge più con episodi di violenza come in passato, quando le cosche locali guadagnavano il territorio servendosi dei crimini più efferati. “In alcune regioni, ad esempio in Sicilia, il fenomeno ha avuto una convergenza verso il contenimento. In altri ambiti, invece, la matrice violenta costituisce una caratteristica portante. Penso alla mafia foggiana in Puglia, della quale mi sono occupato per diverso tempo e di cui si parla ancora poco. Anche in alcune zone del napoletano la violenza è ancora un elemento portante. Penso, in ogni caso, che siano stati fatti molti passi avanti. Gli strumenti di aggressione del patrimonio, in particolare, tolgono risorse ai gruppi criminali”, ha commentato ancora Seccia, che invita anche l’Unione Europea a porre in essere una normativa in grado di affrontare anche a livello comunitario il fenomeno mafioso.

 

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