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L’Italia ha voglia di pedalare, ma c’è tanta strada da percorrere

La penisola mostra timidi segni di apertura al mondo della bicicletta per migliorare la vita quotidiana dei cittadini. Ma la strada da percorrere è ancora tanta.

Una nuova mobilità sostenibile per invertire la rotta. Il fenomeno cresce, così come crescono anche in Italia le soluzioni che favoriscono gli spostamenti in bicicletta. Ma la strada da fare è ancora lunga. Il nostro Paese è il secondo produttore di bici e il primo paese esportatore in Europa eppure non siamo un popolo che pedala tanto facilmente, nonostante negli ultimi anni stiano spopolando i servizi di bike sharing.

Mobike a Bologna, BiciPa a Palermo, BikeMi a Milano, Jump a Roma e tanti altri rappresentano il sentimento crescente verso uno stile di vita sostenibile, ma anche un’importante opportunità di crescita. Sullo sfondo l’interesse crescente delle istituzioni che devono rispondere alla spinta sociale e politica verso i temi della sicurezza e della sostenibilità ambientale.

Attraverso un’indagine demoscopica nazionale e internazionale, rilanciata da Bikefortrade e che ha coinvolto Francia, Germania, Regno Unito e Finlandia, emerge come la mobilità sia un fattore costante nella vita di tutti i giorni. Per un intervistato su due in Italia la mobilità quotidiana ha un impatto negativo sulla qualità della vita e per il 73% influenza il tempo libero. Molto alte le percentuali anche di chi considera la mobilità come causa di inquinamento e insieme chiave per la sostenibilità.

Nove cittadini su dieci ritengono inoltre che le scelte sui mezzi di trasporto possano influire positivamente sull’ambiente e in generale gli italiani sembrano  sensibili al tema perché rispetto alla media europea sono più propensi a utilizzare servizi di mobilità alternativa se presenti nella propria città (54% contro la media europea del 42%). Risparmio di carburante, meno emissioni di CO2, meno inquinamento acustico, salute per i cittadini e tagli alla spesa pubblica, hanno evidentemente un buon appeal su chi vive quotidianamente le nostre città. 

La rete italiana di territori virtuosi che investe nella pedalata.

La rete di ciclabili urbane in Italia si avvale di 4.370 chilometri e rispetto a Paesi come Olanda e Danimarca, che hanno ridisegnato le città a misura di due ruote, solo 8 italiani su 100 si muovono in bicicletta per recarsi al lavoro. Realtà europee come Copenaghen, che nell’ultimo decennio ha incrementato le ciclabili di 111 chilometri e conta il 32% degli spostamenti in bicicletta, sono ancora lontane.

Sempre più Comuni grandi e piccoli anche nel nostro Paese si stanno però muovendo verso pratiche virtuose di mobilità alternativa, con quella a due ruote che occupa una posizione di rilievo. Il Comune di Misano Adriatico (RN) per esempio ha approvato il piano urbano di mobilità sostenibile, che prevede l’incremento delle piste ciclabili (oggi presenti per 16,8 chilometri), e incrementare la quota a favore delle biciclette del 35%. Firenze, Arezzo, Desio (MB), Vasto (CH), Merano (BZ), Mira (VE), Valdagno (VI), Santarcangelo (RN), San Salvo (CH) e Breda di Piave (TV) sono, in ordine di popolazione, tra i nuovi comuni più bike-friendly inseriti nell’edizione 2020 della rete Comuni Ciclabili, il progetto sviluppato da FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, per verificare il grado di ciclabilità dei territori.

Tra le eccellenze anche i Comuni che a EICMA (Salone del ciclo e motociclo), hanno ricevuto il premio Urban Award: Pescara, Fiumicino e Grisignano di Zocco (VI). Il progetto di Pescara, la prima classificata, ha colpito per l’idea di bike trial, ossia la messa a disposizione per un mese di 140 city bike a pedalata assistita a favore dei dipendenti di alcune aziende della zona. Una prova riuscita, sicuramente da emulare.

Di A.C.

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