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Libia, Serraj a Mosca firma l’accordo, ma Haftar chiede più tempo. Erdogan: ‘Tregua sia permanente’. Conte: ‘Serve un percorso politico’

‘Sarraj ha firmato l’accordo’ sulla tregua in Libia, “mentre Haftar ha chiesto tempo fino a domani mattina”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

“Spero che il maresciallo Haftar decida di firmare il documento”, ha detto Lavrov al termine delle dichiarazioni alla stampa in cui ha illustrato la conclusione della “intensa” giornata di negoziati a Mosca. Lavrov ha sottolineato che anche il presidente del parlamento libico con sede a Tobruk, Aguila Salah, ha chiesto tempo fino a domani per esaminare la bozza di accordo. Il presidente del Consiglio di Stato con sede a Tripoli, Khaled al-Mechri, ha invece firmato con Sarraj.

Vertice ad Ankara tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier italiano, Giuseppe Conte. “Mi auguro che si arrivi al più presto al cessate il fuoco permanente” in Libia, dice Erdogan al termine del colloquio, parlando del lavoro diplomatico in corso a Mosca.

“Il cessate il fuoco può risultare una misura molto precaria se non inserito in uno sforzo della comunità internazionale per garantire stabilità alla Libia. E per questo abbiamo condiviso la opportunità che si acceleri il processo di Berlino”, afferma Conte.  L’Italia, ha aggiunto, sostiene per la Libia il “percorso già disegnato sotto egida Onu. L’Ue a Berlino avrà un grande ruolo ma anche Turchia e Russia lo avranno”.

Alla conferenza di Berlino, ha detto il presidente del consiglio, “ci saranno anche gli attori libici: non è possibile parlare di Libia se non ci sarà un approccio inclusivo. Qui si tratta di un processo politico”.

“Questo weekend c’è un vertice a Berlino, il presidente Conte, Putin e io stesso abbiamo la volontà di partecipare a questo vertice, siamo decisi”, ha confermato Erdogan, rivolgendo un appello a tutti i libici:  “Ogni giorno con ogni comportamento che assumono decidono del loro futuro, se ne vogliono uno di prosperità e benessere e vogliono aprirsi alla piena vita democratica troveranno sempre nell’Italia un alleato, perché non mira a interferenze che possano condizionare uno scenario futuro di piena autonomia e stabilità”. 

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