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Lauree: meno matricole, più “scienziati”

Se l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è momentaneamente concentrata sulla minaccia del Coronavirus, noi italiani dovremmo fare i conti anche con altri dati altrettanto preoccupanti che stanno venendo fuori in queste ultime settimane e che dicono tanto sullo stato di “salute” del nostro paese.

Sono dati che riguardano l’istruzione e non sono da sottovalutare. Sembra, infatti, che le iscrizioni all’università per l’anno 2019/2020 siano nettamente diminuite. Se nel 2018 si parlava di circa 20.215 matricole che hanno varcato per la prima volta i cancelli universitari, nel 2019 questo numero è nettamente in calo. Sono state circa 17.835 le domande di iscrizione, più di 2000 studenti in meno. Le iscrizioni generali, invece, sono scese di circa lo 0,7% rispetto all’anno scorso. Questi dati sono relativi solo alle università pubbliche. Quelli provenienti da UniCusano e da tante altre università telematiche e private non sono ancora stati conteggiati. Ma il discorso cambierebbe comunque di poco. Negli ultimi quattro anni il numero era sempre stato in crescita. Addirittura, nel 2016 si erano avuti quasi 10.000 iscritti in più rispetto al 2015!

Nel nostro paese sembra crescere il disinteresse per lo studio. Le indagini Istat ci dicono che in Italia i ragazzi con la licenza elementare superano del 2,3% i ragazzi con un titolo di laurea (17% contro il 14,7%).

È difficile attribuire un’unica motivazione per quanto sta succedendo al mondo dell’istruzione. Sicuramente, complice di questa defezione universitaria sono i costi non proprio contenuti e la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, soprattutto per alcuni corsi di laurea. Sono problemi importanti che i due nuovi ministri della Scuola e dell’Università dovranno affrontare. È importante che la qualità del sistema d’istruzione di un Paese sia alta. È il solo modo per rendere veramente civile una società.

Tornando alla panoramica delle iscrizioni universitarie, la domanda che viene fuori è: dove si sono iscritte queste matricole?

Diminuiscono le iscrizioni per prendere una

laurea in economia

in giurisprudenza e in architettura. In crisi anche facoltà come psicologia, sociologia e scienze politiche. Le università scientifiche, invece, continuano a interessare le matricole. Tutti i corsi di ingegneria hanno visto un aumento del

numero di iscrizioni.

Questo fatto è coerente con quanto previsto da AlmaLaurea circa le possibilità di impiego di un laureato in ingegneria.

Molto positivi anche i riscontri di corsi di laurea come scienze delle attività motorie e sportive (si parla del 10% in più degli iscritti) e di scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura (+12,5%). Sorprendente, l’aumento del 3,2% delle iscrizioni a corsi di laurea in lettere. Nonostante i neolaureati in questo settore fatichino non poco a trovare un lavoro (ci sono aspiranti insegnanti che aspettano dal 2017 l’uscita del nuovo concorso per l’immissione di ruolo), il fascino della letteratura continua ad acquisire consensi e a interessare nuovi studenti. Aumentano rispetto al 2018 anche le immatricolazioni a filosofia, scienze dell’educazione e in corsi di laurea di storia e di geografia. Segno chiaro che una parte dei giovani di questo Paese ancora crede nel valore sacro e civile della cultura. Chissà, forse sarà proprio questa parte che troverà il modo di recuperare l’altra e di riportarla al culto dello studio.

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