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Latina – Il Giardino di Ninfa è a rischio, grido di allarme dal Direttore Lauro Marchetti

Pubblichiamo la lettera aperta dell’Arch. Anna di Falco per salvaguardare Il Giardino di Ninfa

Ninfa muore perché non deve essere ” l’isola felice”.

Il codice dei beni culturali così recita nel capitolo sulla prevenzione <i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione>. Il grido di allarme lanciato dal Direttore del Giardino di Ninfa, Lauro Marchetti, è chiaro: Ninfa è a rischio perché si sta utilizzando in maniera dissennata l’acqua delle sue sorgenti e ciò sarà la causa della fine del monumento.

Si vuole qui mettere in antitesi l’agricoltura con la bellezza dei fiori e delle piante rare? La fauna con la popolazione civile? Per chi pone il problema in questi termini vale la frase scritta sul profilo facebook da Haether Heyer, la giovane donna uccisa da un’auto lanciata sulla folla a New York lo scorso 13 agosto <Se non sei indignato non stai prestando attenzione>.

Il caldo eccezionale di questa stagione e la mancanza di piogge costituiscono una emergenza per l’oasi di Ninfa che non si poteva prevedere ma la regolamentazione dell’uso delle sue sorgenti, la manutenzione degli impianti, lo spreco della risorsa naturale sono problemi noti e mai affrontati con la dovuta attenzione e ora, drammaticamente seri

Ninfa è a rischio perché manca l’humus culturale del contesto sociale che vigila sulla sua salvezza.

Il patrimonio culturale ricchissimo del nostro territorio che la Fondazione Caetani ha faticosamente salvato e che altrettanto faticosamente cerca di mantenere, è da tutti “utilizzato” come simbolo di civiltà e storia ma l’appello del Direttore di Ninfa è rivolto proprio alle istituzioni e alle municipalità che in questo momento non si fanno sentire. Se i patrimoni culturali si “devono difendere” vuol dire che c’è una guerra che li vuole distruggere o, più semplicemente, usare, “consumare “ …finchè durano. Non si possono salvare “le isole felici” dall’assedio di una cultura della distrazione perché l’isola propone una evasione dal caos e, proprio perché “pausa”, distrazione, è utile a mantenere in vita il caos, a salvarsi la coscienza

Senza la cultura che attribuisce valore alle cose i boschi continueranno a bruciare per mano di mafiosi, fanatici, bulli, le acque continueranno a essere inquinate e consumate senza criterio, i centri storici a essere abbandonati o a mutarsi in falsi luoghi per la spettacolarizzazione, il territorio a essere riempito con edifici abusivi, inghiottiti senza scampo dagli eventi naturali come i terremoti.

Dobbiamo pensare alla cultura e alle istituzioni culturali a partire dai soggetti che partecipano del processo di costruzione di una società meno diseguale, meno ingiusta, meno segregante, meno passiva rispetto all’aggressione della logica del profitto riconoscendo in questi valori non un obiettivo di tipo unicamente etico, ma anche di sviluppo sostenibile.

Qualcuno ha scritto che <gli eroi sono quelli che non hanno alternative> che fanno quello che fanno perché non possono evitarlo, allora è arrivato il momento di diventare tutti eroi e impegnarci a salvare Ninfa e con essa il valore culturale che essa esprime, semplicemente perché crediamo di non avere alternativa.

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