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La vedova di Khashoggi a Washington, veglia per chiedere giustizia

 

Hatice Cengiz, la fidanzata di Jamal Khashoggi, il giornalista, scrittore e dissidente saudita assassinato e scomparso nel consolato dell’Arabia saudita di Istanbul, è volata a Washington per protestare e ricordare al presidente Joe Biden la sua “promessa di giustizia” nel terzo anniversario dell’omicidio.

La ricercatrice turca ha partecipato a una protesta con alcune ong per i diritti umani davanti all’ambasciata di Riad e a una veglia a lume di candela davanti al Campidoglio. “Msb – ha detto Cengiz, riferendosi al principe ereditario saudita Mohammad bin Salman e rivolgendosi retoricamente al presidente Usa – ha tolto Jamal a me e al mondo intero.

Che farai? Lo metti sotto accusa o la farai passare liscia a questi assassini?”.

Cengiz ha espresso il suo disappunto per il fatto che solo pochi giorni fa il Consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, ha incontrato il principe ereditario di Riad, indicato dai servizi di intelligence Usa come il mandante dell’assassinio di Khashoggi, per discutere del conflitto nello Yemen. “E’ questa la giustizia che Biden ha promesso?” si è chiesta la donna con la quale Khashoggi, in autoesilio negli Stati Uniti, si sarebbe dovuto sposare. Cengiz alla veglia ha srotolato un grande ritratto del dissidente saudita composto da ritagli di giornale.

Alle proteste a Washington ha preso parte anche la sorella di Abdulrahman al-Sadhan, un cooperante della Mezzaluna Rossa che è stato arrestato nel 2018 e condannato a 20 anni di carcere per aver criticato la corona saudita attraverso un account anonimo di Twitter. “Mio fratello – ha detto Areej al-Sadhan – è stato torturato così brutalmente che per poco non è morto. Gli hanno rotto una mano e stritolato le dita, dicendogli ‘E’ questa la mano con cui twitti?'”.

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