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La tesi del complotto sul coronavirus

Date combacianti e strane coincidenze hanno portato qualcuno a credere che la diffusione del coronavirus sia in realtà un complotto, e che le prove siano sotto gli occhi di tutti. Ma le tesi complottistiche sono state smontate in più di un’occasione.

Durante il programma “Il vaso di pandora”, Simone Lombardini spiega la teoria secondo cui dietro alla diffusione del nuovo coronavirus ci sarebbe un complotto internazionale. Il protagonista della puntata raccoglie una serie di dati che sembrano suggerire la veridicità della tesi. Il video circola molto sul web ed è stato analizzato da più di un giornalista per mostrare come gli elementi portati a sostegno della teoria complottistica non sono sufficienti per confermare un’accusa di tale portata. Fin da subito, infatti, Lombardini ammette di non avere la “prova del nove” di quanto afferma.

L’ospite comincia con un riferimento a un articolo pubblicato su Nature nel 2014, “in tempi assolutamente non sospetti”, in cui si annuncia la costruzione da parte di Francia e Cina di un biolaboratorio su virus infettivi letali per l’uomo proprio a Wuhan. Si tratta del laboratorio BSL-4, un centro di ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo primo elemento viene portato a sostegno del fatto che il virus è stato creato in laboratorio. Ma Juanne Pili spiega che così fosse il nuovo coronavirus sarebbe stato ingenierizzato a partire da un virus già noto, cosa che al momento non risulta.

Il secondo elemento in ordine cronologico portato da Lombardini è un brevetto registrato nel 2015 negli Stati Uniti “per una forma di coronavirus attenuato” (“quello non attenuato sarebbe molto più mortale”). Il brevetto recita inoltre che questo poteva essere disponibile a partire dal 2018. La registrazione è avvenuta da parte di un istituto sotto controllo del governo britannico, il quale annovera tra i principali sponsor l’Oms, la Commissione europea e la Fondazione Bill e Melinda Gates. Torna qui Pili a spiegare che si tratta in realtà di un brevetto per il vaccino contro un coronavirus della bronchite aviaria, tipico dei polli domestici (ricordiamo infatti che esistono diversi tipi di coronavirus, per questo quello di cui si parla in queste settimane viene chiamato “nuovo”). Il giornalista sottolinea ironicamente come sia strano che gli scienziati di tutto il mondo non si siano accorti che il genoma del nuovo Covid-19 era già stato brevettato in precedenza.

Un’altra “coincidenza” elencata durante il programma sarebbe che poco prima dello scoppio del primo caso di coronavirus (secondo l’ospite il 2 novembre 2019), la Bill and Melinda Gates Foundation, il World Economic Forum e il Johns Hopkins Center for Health Security, hanno promosso una simulazione di una pandemia da coronavirus che devasta il pianeta facendo milioni di morti, partendo dal Brasile. Uno scenario molto distante da quello che stiamo vivendo attualmente, a dirla tutta.

Ultimo dato a supporto, l’arrivo a Wuhan il 15 ottobre di 300 soldati americani in occasione dei Military World Games. Coincidenza vuole che, con un periodo di incubazione di 14 giorni, gli americani fossero lì proprio due settimane prima che comparisse il primo caso. A far storcere il naso è anche il fatto che il virus si sia diffuso proprio nei giorni del Capodanno cinese, quando ingenti flussi di persone tornano a casa per le vacanze, e proprio da Wuhan, città strategica soprattutto per la via della seta.

Ricapitolando: un laboratorio a Wuhan dove si studiano i virus infettivi, il brevetto registrato da un istituto braccio del governo britannico che deposita un coronavirus indebolito, Bill e Melinda Gates che fanno una simulazione di pandemia, e l’arrivo dei militari americani poco prima del primo caso. Secondo Lombardini questi “dati oggettivi” portano a diffidare da chi dice che il virus ha avuto origine dal mercato del pesce. Per quanto queste informazioni possano essere veritiere e fondate, benché siano in molti a dubitarne l’autorevolezza, mettere insieme una serie di informazioni imprecise con qualche elemento in comune non è abbastanza per denunciare un complotto globale.

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