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La movida nel centro storico di Genova raccontata da un residente:”spacci, urla e bottiglie rotte”

Nel periodo lockdown da coronavirus la situazione nel centro storico genovese sembrava tranquilla, prima di ritrovarsi letteralmente assediati da spaccio ed episodi di violenza nelle loro case e nelle loro attività commerciali.

Le notti sono il momento peggiore, quello in cui gli stretti vicoli della città vecchia si popolano di spacciatori e clienti: «A fine aprile, quando le temperature si sono alzate, qui è diventata anarchia totale – racconta Alberto Schiavetti, 29 anni, residenti in via San Luca – ogni giorno della settimana indistintamente, vai a dormire e non sai se dormirai sino all’ora della sveglia o ti ritroverai alle 3 di notte con gli occhi sbarrati. A quel punto o chiami la polizia, sperando in un loro intervento, o speri».

Alberto è solo uno dei tantissimi residenti di una piccola zona che comprende via San Luca, la Maddalena e Pré, dove il problema non è tanto la movida , quanto lo spaccio e il degrado: le liti tra pusher e clienti, o tra pusher stessi, sono all’ordine del giorno, e nel cuore della notte la colonna sonora sono urla, bottiglie rotte, colpi sulle serrande che il giorno dopo, magari, i titolari non riescono a sollevare perché danneggiate. E in un’estate in cui i turisti sono nettamente diminuiti, complice l’emergenza sanitaria legata al coronavirus, non ne risente soltanto la vivibilità, ma anche il tessuto economico di una zona che da anni chiede maggiore attenzione e per cui, sempre da anni, si parla di riqualificazione.

«Ho assistito a litigate, urla, bottiglie spaccate, ho visto il classico spaccio, ho visto i tanti interventi della polizia – spiega ancora Alberto – Il problema è che gli spacciatori si allontanano nei vicoletti interni. L’arrivo della polizia li allontana, ma solo per qualche tempo. E poi ricomincia tutto da capo».

«Qui dalla mezzanotte in poi è il delirio, è terra di nessuno – conferma Alberto – Io invito amici a casa, magari escono all’una di notte, di sabato, dopo una cena tranquilla, e loro si sentono a disagio. Lo capisco: non sono pratici dei vicoli di base, e la scena che si presenta metterebbe a disagio chiunque».

Alcuni residenti di via San Luca hanno deciso di passare alle vie legali: «Il mio palazzo e altri due hanno unito le forze – spiega Schiavetti – Stiamo raccogliendo materiale e testimonianze per presentare un esposto-denuncia, nella speranza che ci prestino maggiore attenzione».

A oggi l’area di via San Luca, insieme con quella della Maddalena e di Pré, è nel mirino di Comune e forze dell’ordine, che in un piano condiviso, qualche settimana fa, hanno suddiviso il centro storico in tre zone, una in più rispetto al piano precedente, per un presidio alternato a rotazione a opera di polizia di Stato, carabinieri e polizia Locale. Per i residenti, però, la situazione sembra essere arrivata a un punto di non ritorno: «Non chiediamo molto, almeno un presidio fisso in piazza Banchi, come durante il lockdown, nelle ore notturne – conclude Alberto – Un presidio fisso aiuterebbe a tenere sotto controllo spaccio e degrado, e almeno a farci dormire la notte».

 

TELENORD - Pattuglione nel centro storico nei vicoli dello spaccio ...

 

 

 
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