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La mossa del Comune di Genova, sgravi fiscali a chi apre a Piccapietra

 

L’annuncio lo da mentre sta salendo sull’aereo per la nuova missione, a Varsavia, dove va a caccia di investitori per la città. «Abbiamo aperto un tavolo permanente per il rilancio di Piccapietra, la prima mossa saranno contributi e una riduzione delle imposte comunali per chi crede in Genova e vuole investire da noi». Business, silver economy, eccellenze, mercati nuovi sono il pane quotidiano dell’assessore allo Sviluppo Economico, Giancarlo Vinacci. Questa volta è in Polonia, all’Ambasciata d’Italia, dove con il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, e di Confcommercio International, Franco Aprile, ha appuntamento con una platea di potenziali investitori interessati a consolidare le relazioni commerciali, anche sul tema dello shipping.
«Possiamo dire che con la collega al commercio Paola Bordilli abbiamo fatto scattare l’operazione contro la desertificazione di questa parte della città. A questo tavolo ci saranno non solo il Comune, ma anche la Regione, la Camera di commercio e i sindacati per portare avanti un piano strategico a largo raggio: dobbiamo trovare investitori per ridare ossigeno all’economia di Piccapietra, in forte sofferenza dopo la chiusura di tanti negozi storici come Rinascente e il fallimento di Moody».
Vinacci sta seguendo da vicino non solo il futuro del grande magazzino, che ha chiuso a novembre perché Genova è considerata una piazza non allettante, ma di tante realtà che faticano, soffocate dalla crisi che si è già portata via nomi come Agnelli in via Roma, Peter Pan, Berti. «La prima fase del piano prevede contributi per le aziende che assumono fino a cinque dipendenti – spiega Vinacci inquadrando così anche il ruolo dei sindacati – e un rimborso fino a 200 mila euro nel triennio delle imposte comunali. Questo ci permette la legge, ma vedremo di trovare altre soluzioni allettanti». È necessario prima possibile trovare una soluzione per Piccapietra.
Roadhouse del Gruppo Cremonini, Old Wild West e il machio Kofler, che ha locali anche a Venezia, Verona, Treviso, Vicenza, Milano e a Padova nel 1999 ha ristrutturato un’ex azienda di cosmetici trasformandola in una birreria dall’atmosfera rustica e dal classico stile bavarese, sono i nomi che circolano per Moody, mentre per Rinascente la rosa è molto più ampia: annusano l’aria che tira sotto la Lanterna, Reuben Brothers, fondo di diritto inglese che svolge un ruolo di primo piano negli investimenti societari e immobiliari, Prelios, che ha investito a Milano, Bologna e Bari acquistando immobili per ufficio per un valore di 300 milioni di euro, Idea Fimit, ora DeA Capital Real Estate SGR, società di gestione del risparmio italiana che opera nel settore della gestione di fondi immobiliari e pure Harrods. «Le idee che abbiamo devono essere accompagnate anche da un’opera di cornice, nel senso che dobbiamo rivitalizzare questa zona grigia con tanti colori.
Pensiamo a mega monitor come nelle grandi città, in cui vengono proiettati video su cosa stiamo facendo per la città, per esempio il waterfront e la ricostruzione di ponte Morandi».
L’assessore Vinacci esplora i mercati, prende accordi per portare a Genova nomi di prestigio (e solidi) che puntano a investire. «Abbiamo iniziato uno screening nelle principali città per capire come è distribuito il mercato, quali sono le aziende radicate, quanti negozi hanno e le loro potenzialità. Poi le contatteremo per proporre offerta-Genova quel pacchetto di agevolazioni e contributi.
Sarà un percorso lungo, non facile, ma sono fiducioso perché Genova è proiettata verso l’alto. Lo dicono i numeri del turismo, per esempio, che è in crescita».
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