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La Basilicata è tutta per Venosa Capitale italiana della Cultura 2021

Matera passa il testimone: sarà il comune lucano di Venosa ad accogliere la sfida di Capitale italiana della Cultura 2021.

E’ stata presentata oggi, nella città di Orazio, la candidatura di Venosa a Capitale italiana della Cultura 2021. “Vedo e apprezzo – ha detto il governatore Bardi nel corso dell’evento – che il percorso di progettazione sta andando avanti speditamente, con il coinvolgimento di istituzioni di ricerca, in particolare l’Università di Basilicata, e dell’organismo che raggruppa la realtà creativa lucana, il Cluster delle Imprese Culturali e Creative. Ma apprezzo anche la capacità che state avendo di aggregare cittadini e ragazzi, e oggi anche istituzioni, intorno a un progetto che prima di tutto è un progetto di futuro. Abbiamo imparato da Matera come la cultura può essere strumento di crescita anche economica, oltre che sociale.”

Per il prossimo 2 marzo è fissata la scadenza per la presentazione al Ministero dei dossier di candidatura per diventare Capitale Italiana della Cultura per il 2021. Venosa sarà tra le circa quaranta città italiane che concorreranno all’ambito traguardo, ma con l’idea ben precisa di vivere questa avventura in maniera non isolata ma legata a tutto il territorio della Basilicata. Un’impostazione condivisa proprio dalla Regione Basilicata e dal Presidente Bardi che per questa mattina ha convocato nella Città di Orazio i sindaci lucani per far partire un percorso condiviso.

Per Marianna Iovanni, sindaco di Venosa “oggi la nostra città ha già vinto proprio perché la fiducia che viene accordata da tutte le istituzioni, riempie d’orgoglio tutta la nostra comunità. Sentendo la responsabilità del testimone che ci lascia Matera e con la speranza di aprire una bella ed entusiasmante sfida”.

All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri che ha parlato di “un passaggio di responsabilità e di impegno perché “città culturale” è un appellativo che si costruisce nel tempo, una marcia fatta di energia e partecipazione della comunità con una consapevolezza collettiva che può crescere a prescindere dalla marginalità e dalla fragilità dei luoghi proprio come è successo a Matera. Questo perché la cultura non è un secchio da riempire ma è fatta da fuochi da accendere. Oggi Venosa è chiamata ad accendere nuovi fuochi”.

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