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Iren, studio Ambrosetti certifica: “Vale 2,5 miliardi di euro del Pil nazionale”

 

GENOVA –  Iren è la 25esima azienda industriale italiana per ricavi secondo la ricerca “Il ruolo di Iren come motore di innovazione e crescita sostenibile in Italia” realizzata da The European House – Ambrosetti presentata oggi a Milano. Iren è la 25esima azienda industriale italiana per ricavi – 4 miliardi di euro nel 2018 –, genera un contributo al PIL Nazionale di 2,5 miliardi euro e, grazie alla propria attività, consente l’attivazione di 28mila posti di lavoro in Italia.

Sono alcuni dei principali dati emersi dalla ricerca “Il ruolo di Iren come motore di innovazione e crescita sostenibile in Italia” realizzata da The European House – Ambrosetti che, in collaborazione con Iren, ha organizzato l’incontro “Orientati al futuro 2. Strategie di sviluppo e valorizzazione dei territori” tenutosi oggi a Milano. La ricerca sottolinea come, nel periodo 2014-2018, il Gruppo Iren abbia visto un incremento del 71% degli investimenti la quasi totalità nei territori di riferimento, una crescita del 128% del titolo in Borsa e del 56% degli occupati in seguito alle progressive aggregazioni societarie e alle nuove assunzioni avviate nel periodo.

Secondo l’AD di Iren Massimiliano Bianco, “la continua crescita registrata negli ultimi anni ha consentito a Iren di essere sempre più pronta a cogliere le sfide del settore per rispondere alle quali il Gruppo prevede di investire 3,3 miliardi nei prossimi 5 anni, di cui la maggior parte in digitalizzazione e sostenibilità”.  Iren prevede infatti 2 miliardi di euro di investimenti al 2024 in progetti sostenibili e, in quest’ottica, rientra il focus sull’Economia Circolare, vista come uno dei paradigmi di crescita del Gruppo nei prossimi anni: la crescita della raccolta differenziata nei territori serviti (superiore del 9% rispetto alla media nazionale), l’impegno nella riduzione delle perdite delle reti idriche (inferiori di 13 punti percentuali rispetto alla media nazionale) unite all’incremento del recupero di materia attraverso impianti che trasformano il rifiuto in un nuovo prodotto finito e la valorizzazione energetica di rifiuti non recuperabili, attraverso l’allacciamento dei termovalorizzatori alle reti di teleriscaldamento cittadine rappresentano i pilastri della visione di Economia Circolare del Gruppo.

“Il futuro – afferma Massimiliano Bianco – si giocherà sulla capacità di dare risposte alle nuove sfide delle città italiane come la competitività, la sicurezza, l’inquinamento, la mobilità, il consumo di risorse, l’inefficienza infrastrutturale e i servizi integrati. In questo scenario, Iren vuole giocare un ruolo da attore protagonista”.

Nell’ambito dell’innovazione, Iren offre e offrirà sempre più servizi volti al miglioramento degli spazi urbani e alla creazione di città smart e sostenibili focalizzando i propri investimenti sulla rigenerazione urbana attraverso la riqualificazione di edifici e l’efficientamento dell’illuminazione pubblica, sull’evoluzione nei modelli e nelle scelte di consumo attraverso il new downstream (prodotti e servizi per efficientare i consumi e far progredire i comportamenti degli utenti) e sulla mobilità elettrica e la relativa infrastruttura abilitante.

Innovazione anche dall’esterno: Iren ha attivato filiere di Ricerca e Sviluppo su scala internazionale, che coinvolgono un totale di 375 partner per progetti di ricerca provenienti da 27 nazioni (UE ed extra-UE), consentendo di importare nel nostro Paese know-how, competenze e conoscenza, al diretto servizio di cittadini, imprese e territori, mentre con l’iniziativa IrenUp, Iren si afferma come uno dei principali finanziatori di Venture Capital italiani, stanziando 20 milioni di euro in 3 anni, il 10% del totale dei fondi di Corporate Venture Capital erogati in Italia.

“I numeri fotografano l’importanza a livello nazionale di un Gruppo di rilevanza sistemica sotto il profilo dimensionale ed economico, sottolinea il Presidente di Iren Renato Boero. Oggi Iren deve avere l’ambizione di essere un attore chiave a livello nazionale per abilitare lo sviluppo dei territori serviti aiutandoli ad affrontare le sfide di transizione energetica, di economia circolare e i nuovi scenari di innovazione nei servizi”.

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