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EDIZIONI REGIONALI

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Intervento di Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Consiglio Regionale Aperto 

Il via libera definitivo arrivato dalla Camera alla proposta di legge che prevede l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi rappresenta una bellissima e storica notizia per il nostro Paese.

Ora l’auspicio è che il nostro Paese e la nostra Regione passino dalle parole ai fatti affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali, a partire dalla lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, e i tanti problemi irrisolti con interventi, riforme e azioni che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della giusta transizione ecologica ed energetica.

Non possiamo perdere altro tempo. In questo contesto il Ministero della Transizione Ecologica, sta valutando interventi legati a circa 50 centrali a gas fossile, di cui 3 in Piemonte, oltre a rispolverare pericolose e velleitarie ricette come il nucleare, in relazione al quale la nostra regione ha ancora le cicatrici in memoria della breve stagione atomica. Come già ricordato, non esiste il nucleare pulito. Non sono queste le risposte di cui abbiamo bisogno.

È inderogabile ridurre rapidamente e drasticamente le emissioni incrementando la produzione da rinnovabili, creando inoltre un osservatorio sulle produzioni e fissando obiettivi biennali di installazione, prevendendo processi di partecipazione attiva dei cittadini.

Sul fotovoltaico: si deve privilegiare l’installazione singola, in autoconsumo collettivo o in comunità energetica, in particolare sociale, anche superando gli stalli con le soprintendenze; si si deve promuovere la sostituzione dell’eternit con pannelli fotovoltaici, favorire l’agrivoltaico, in particolare nelle aree ad agricoltura intensiva, collegandolo esplicitamente ad obiettivi di incremento del carbonio nel suolo

In relazione al biometano: si deve portare a produzione di biometano l’intera FORSU e favorire la riconversione degli impianti agricoli per biogas.

Sulle biomasse legnose: occorre favorire l’uso termico solo se efficiente ed in aree collinari e montane, connesso necessariamente ad una filiera ed una gestione forestale che siano entrambe virtuose

Ogni scelta politica e direzione presa sul piano regionale dovrebbe tenere in forte, se non primaria, considerazione il peso ambientale e sul clima che avrebbe, informando inoltre i cittadini del costo in termini di CO2 che ne conseguirebbe.

Non si torni a parlare di Tangenziale Est, un’opera estremamente impattante e poco utile che certamente non è nel solco di una rinascita green, ma perpetua modelli non sostenibili; si metta invece l’accento sul ruolo chiave delle politiche di mobilità e ridistribuzione dello spazio urbano nella lotta al cambiamento climatico, a favore di qualità dell’aria e della vita, come evidenziato proprio in Mal’Aria

Come descriviamo nel dosser Nevediversa, la nostra regione non deve accanirsi nel finanziare impianti di risalita invernale ed innevamento artificiale, soprattutto a bassa quota, ma occorre rafforzare il ruolo delle Autorità di Distretto e dei Comuni negli interventi contro il dissesto idrogeologico e allo stesso tempo sostenere il turismo dolce

Valorizziamo la risorsa idrica, a partire dalla fragilità dei nostri ghiacciai, simbolo della sofferenza delle Alpi, che abbiamo osservato e raccontato in Carovana dei Ghiacciai, ai nostri fiumi, sempre più allo stremo. Privilegiamo il deflusso ecologico alle monocolture idrovore.

Rinunciamo a progetti quantomeno fuori tempo massimo, come la TAV, ma rilanciamo la mobilità pendolare, ripartendo proprio dalla riattivazione delle tante, troppe ferrovie sospese e valorizzando la rete tramviaria torinese.

È poco previdente pensare a un nuovo impianto di incenerimento da affiancare a quello del Gerbido. Sarebbe il secondo totem all’inefficienza di un sistema di gestione che graverebbe per decenni sull’ambiente e sulla salute dei piemontesi, zavorrando lo sviluppo di una gestione sostenibile dei rifiuti, proprio là dove ci sarebbe bisogno di un’ulteriore spinta verso l’implementazione di sistemi di raccolta differenziata efficienti ed efficaci.

Ricordiamo che L’inceneritore è la prima fonte di emissioni di CO2 della città di Torino.

Lavoriamo invece su riduzione, riuso e raccolta differenziata. E come ci piace dire: rifiuti zero, impianti mille. Impianti fatti bene e figli di una corretta pianificazione territoriale.

Infine, non dimentichiamo che Giustizia sociale e ambientale devono camminare insieme: le misure per il contrasto della crisi climatica, per la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, per la trasformazione energetica devono favorire, anche nel breve termine, le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione

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