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Incinta 19enne investita sulle strisce: il pirata della strada ha confessato

 

E’ stato individuato e fermato dagli agenti della municipale il pirata della strada che lo scorso 24 maggio ha investito una 19enne incinta a Orbassano, in provincia di Torino. L’uomo, sentito alla presenza di un legale d’ufficio, ha confessato ammettendo la responsabilità dell’incidente. L’auto è stata trovata in un paese vicino e, scrive la municipale di Orbassano, “riporta danni compatibili con l’incidente”.

A finire in manette è un uomo di 28 anni residente a Piossaco, sempre nel torinese: gli agenti della municipale sono riusciti a risalire alla sua identità grazie ad alcuni frammenti di carrozzeria che si sono staccati con l’urto e sono stati poi rinvenuti sul luogo dell’incidente. L’uomo, dopo lo scontro, era scappato a bordo di una Fiat Stilo nero senza fermarsi a soccorere la donna incinta. La procura torinese aveva aperto un’inchiesta per “lesioni stradali gravissime”. L’uomo si trova ora in carcere a Torino.

LA PICCOLA SOFIA – Dopo il tragico incidente, la giovane mamma di 19 anni era riuscita comunque a mettere alla luce la piccola Sofia, nata d’urgenza a seguito di un parte cesareo. La neonata aveva riportata un trauma fetale, che aveva fatto procedere al ricovero in ipotermia nel reparto di terapia intensiva neonatale: per la mamma, invece, una frattura alla clavicola e una ferita al sopracciglio, oltre al grande choc. Sofia si era poi ripresa fino “ad aprire gli occhi e iniziare a succhiare il latte”, come avevano riferito i medici.

IL PAPA’ DELLA PICCOLA – “Almeno ora sappiamo chi è stato, anche se questo, purtroppo, non migliora le condizioni di mia figlia e della mia compagna”: Marius Stan, padre della piccola Sofia, commenta così l’arresto del pirata della strada che ha investito la compagna incinta, ferita e costretta a un cesareo d’urgenza. Da allora la neonata è ricoverata in gravissime condizioni. “Mi spiace non si sia fermato, magari le cose sarebbero andate diversamente – ha aggiunto -. Odio? Non l’ho mai odiato e non lo faccio neppure ora”.

mentre il papà Marius si era appellato al buon cuore di eventuali testimoni: “Chi sa qualcosa parli”, aveva detto, “quello che è successo non è giusto”.

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