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Incidenti sul lavoro, italiano ferito a Malta. A che punto siamo in Italia?

Il 31 agosto un italiano è rimasto ferito mentre lavorava in un cantiere a Malta. Perché succede e qual è la situazione in Italia degli incidenti sul lavoro?

Intorno alle 15 dello scorso 31 agosto, un italiano che lavorava in un cantiere di Gzira, a Malta, è rimasto ferito sul lavoro. Secondo quanto riportato dalla polizia, l’uomo stava utilizzando una fresa quando si è fatto male. È stato ricoverato all’ospedale Mater Dei con lesioni gravi. Non è la prima volta che un italiano è vittima di un incidente sul lavoro all’estero. Le aziende all’estero, italiane e non, sono spesso un agglomerato di lavoratori da ogni dove, e spesso la lingua è un’importante barriera culturale. Soprattutto quando l’uso di certi macchinari richiede particolare attenzione e stretta collaborazione, il lavoro in una lingua diversa da quella madre può essere complicato, e soprattutto rischioso. La situazione si ripete anche in Italia, dove nei cantieri si trova molta manodopera internazionale. Per questo, spesso i corsi di sicurezza prevedono anche lezioni di italiano.

In Italia non mancano episodi di incidenti sul lavoro. Secondo gli ultimi dati INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), in Italia si registra una duplice tendenza: da una parte nel 2017 sono aumentate le cosiddette “morti bianche” rispetto all’anno precedente (+1,1%), mentre le denunce di infortuni sul lavoro sono leggermente diminuite (-0,2%). Nel complesso, quindi, i numeri restano pressoché costanti, salvo lievi variazioni. Andando a vedere più da vicino, però, c’è un altro fattore degno di attenzione: “un netto contrasto tra Nord e Centro-Sud”.

Le denunce di incidenti sul lavoro sono diminuite, ma quali sono le cause principali degli infortuni?

Nel 2017 l’INAIL ha ricevuto meno denunce di infortuni sul lavoro rispetto al 2016. Nonostante il leggero aumento nel Conto Stato (Dipendenti Amministrazioni statali e Studenti scuole pubbliche statali, +0,4%), nell’Agricoltura gli incidenti sono calati del 5,2%, mentre nell’Industria e servizi non ci sono stati considerevoli cambiamenti (26 denunce in più rispetto all’anno precedente). Per confermare ed accentuare questa tendenza al ribasso, è bene tenere presenti quali sono le principali cause di incidenti sul lavoro.

Secondo il sito Intrage.it, “oltre alle inadempienze da parte delle aziende, rispetto alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza” i più comuni “fattori generatori di rischio nei luoghi di lavoro” sono:

  • “la disattenzione dei lavoratori che sottovalutano i rischi;
  • la perdita di concentrazione e di attenzione alle circostanze e alle macchine pericolose in quei lavoratori sottoposti ad elevati ritmi di lavoro;
  • la tendenza ad evitare dispositivi di protezione allo scopo di manovrare più agevolmente gli strumenti da lavoro ed aumentare così la produttività”.

Il divario tra Nord e Sud negli incidenti sul lavoro e il confronto con l’Europa.

“A livello territoriale si assiste a un netto contrasto tra Nord e Centro-Sud”, scrive il Sole24Ore. Le denunce di infortunio sono aumentate nel Nord Italia, con una lieve differenza tra Est e Ovest, ma al Centro, al Sud e nelle Isole sono diminuite. Le regioni che hanno registrato i più sensibili aumenti di incidenti sono la Lombardia (+1.708 denunce) e l’Emilia-Romagna (+1.177). Per quanto riguarda il Sud, invece, le maggiori diminuzioni di denunce vengono dalla Sicilia (-1.304) e dalla Puglia (-1.078).

Interessante è anche il confronto con gli altri Stati Membri dell’Unione Europea, in cui, però, si usano standard differenti per definire gli infortuni sul lavoro. Alcuni paesi, poi, hanno economie basate su settori a basso rischio, come il turismo, mentre altri contano su settori come industria pesante, meccanica ed edilizia, che sono impieghi ad alto rischio. Perciò l’Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, utilizza come parametro comunitario il tasso di infortuni “normalizzato”, quello cioè che tiene conto del peso delle diverse tipologie di attività lavorative. In Italia, secondo Eurostat, il tasso normalizzato di infortuni è in linea con la media europea, e più basso di quello di Francia, Spagna e Germania.

Non si può quindi parlare di emergenza infortuni sul lavoro, ma questo non vuol dire che non si debba lavorare per aumentare l’efficienza e la sicurezza dei luoghi di lavoro. Il governo Gentiloni aveva avviato un piano di incentivi per l’ammodernamento dei macchinari (Industria 4.0), sostituendo quelli vecchi con sistemi più moderni e sicuri. Dal momento che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, come recita il primo articolo della nostra Costituzione, la sicurezza dei luoghi di lavoro dovrebbe essere uno dei temi principali del dibattito pubblico, in modo da sensibilizzare l’autorità e l’opinione pubblica verso un tema che riguarda tutto il Paese. Solo così continueremo a vedere un trend di decrescita nelle denunce di incidenti sul lavoro, e uniformare il dato a tutta la penisola.

di A.C.

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