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In Italia nasce il comitato per la liberazione di Julian Assange

Nel giorno in cui gli Stati Uniti presentano ufficialmente una richiesta di estradizione, in Italia qualcuno chiede di firmare una petizione per liberarlo.

“Siamo cittadini amanti della pace, della democrazia, della libertà e del rispetto dei diritti umani”. Si apre così l’appello lanciato dal neonato Comitato per la liberazione di Julian Assange. A poche ore dalla notizia che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha formalmente al Regno Unito la richiesta di estradizione del padre di WikiLeaks. “Julian Assange in queste ore versa in condizioni critiche dal punto di vista fisico e mentale, come riconosciuto dall’inviato speciale dell’ONU. Ha già passato sette anni come rifugiato politico, privato delle proprie libertà: ha già pagato a caro prezzo il suo conto per aver svelato al mondo molte verità scomode, tra le quali i crimini di guerra degli USA nella guerra contro l’Iraq, una guerra motivata con la menzogna, com’è ormai ampliamente risaputo”, recita il comitato.

Negli Stati Uniti Assange è imputato per 18 capi di accusa, che se confermati potrebbero arrivare a costargli 175 anni di carcere. “Julian Assange ha recato un contributo molto importante alla libertà, svolgendo il suo compito di diffusione delle notizie, senza conoscere le quali è arduo comprendere il mondo in cui viviamo”, sostengono gli attivisti italiani, che chiedono alle istituzioni nostrane di prendere una posizione in difesa del giornalista australiano, e lanciano una raccolta firme invitando i cittadini a partecipare attivamente. “L’accanimento nei confronti di questo uomo è un insulto al concetto di civiltà”.

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